Il bazar delle idee. "Magazzino Sanguineti", la vita di un poeta

01 Giugno 2004
Un appartamento pieno, stracolmo. Un campionario di idee, pensieri, ricordi, proposte: chiamarlo semplicemente mostra è avventuroso, dirne celebrazione è irriguardoso, almeno per il personaggio. Sta di fatto che Magazzino Sanguineti che ha aperto ieri al Ducale - Loggia degli Abati (antica carica civile della città) - è un omaggio al poeta e intellettuale che Genova gli dedica in questo 2004 della cultura, dunque doveroso.
Libri, installazioni, versi, documenti, fotografie, una tappezzeria con le silhouette di Edoardo Sanguineti replicanti come un sigillo diAndy Warhol o un sogno di Magritte, sculture, performance. E film, colonne sonore, parole che testimoniano quarant'anni e passa di attenzione alle arti, memorie personali, attività letteraria, politica, civile.
Una festa poco intima per un personaggio tutto sommato poco appariscente, di cui la città ha diritto e dovere di appropriarsi: ed è singolare che la mugugnona Genova poco avvezza a riconoscere- in vita - virtù dei protagonisti, in poco tempo lo faccia prima con Renzo Piano quindi appunto con Edoardo Sanguineti: un segnale incoraggiante, trattandosi di gente che molto ha dato e molto avrà da dare. Così partecipano il sindaco Giuseppe Pericu e il direttore del DucaleArnaldo Bagnasco, l'amica Inge Feltrinelli con il direttore della libreria genovese Pino Verardi, gli assessori Anna Castellano e Luca Borzani, l'artista Martino Oberto, il musicista e sodale del poeta, Andrea Liberovici, docenti universitari come Eugenio Buonaccorsi e Franco Vazzoler, i poeti già epigoni di Edoardo, Marco Berisso e Paolo Gentiluomo, lo scultore Fabrizio Merkel, don Antonio Balletto, il conservatore del Museo dell' Attore Alessandro Tinterri e quello dell'Archivio Museo della Stampa Francesco Pirella, di cui è esposta una sindone (o mandillo, in questo caso) del volto di Sanguineti.
Venendo al ‟Magazzino” (sì, una mostra, curata da Erminio Rissa) allestito con sfrontata confusione da un quartetto di architetti (Francesco Frassinelli, Marta Oddone, Davide Perfetti e Valter Scelsi) che è riuscito a evitare l'effetto sacrario, per nulla adatto all'occasione, offrendo invece una biografia allegra, mescolando tutto il Sanguineti possibile.
"Sono contento di questa attenzione - spiega lui - e di questo lavoro meraviglioso, è un quadro di quanto ho amato, sperimentato, scritto: mezzo secolo di letteratura " di cultura di una generazione, mia, di Berio, Baj, Ronconi. Ci sono i film che ho veduto, le colonne sonore che ho ascoltato, tutto questo permetterà ai giovani di conoscere quali tipidi rapporti culturali c'erano per chi è nato negli anni Trenta". "Un'annata eccezionale - conferma Inge Feltrinelli - e qui c'è anche una mia foto scattata a Edoardo e Allen Ginsberg negli anni '60. Una generazione che non è stata superata. Conosco Sanguineti da quarant'anni, ogni settimana mi scrive una cartolina da un festival, è sempre giovane, d'avanguardia. sempre". Arnaldo Bagnasco: "Sono un suo ammiratore perché sono un attento lettore di Marshall McLuhan; Sanguineti è l'inventore dell'ibrido in letteratura".
Le citazioni conducono infine alla rassegna, una sinfonia multimediale tra fotocopie di poesie che pendono dal soffitto e altre che segnano l'itinerario tra video, musica (grazie a Gianluca Gentili) libri e libri, caricature, un letto su cui viene proiettato l'epigramma "Copulo ergo sum". Roba del Gruppo 63 e materiali di ieri, per comprendere quelli di oggi e attendere quelli di domani. Nel frattempo tra la moltitudine di pensieri del poeta, questo: "La poesia è ancora praticabile, probabilmente".

Edoardo Sanguineti

Edoardo Sanguineti (1930-2010) è stato uno dei protagonisti delle neoavanguardie del secondo Novecento. Poeta, drammaturgo, critico letterario, traduttore e saggista, è stato tra i membri fondatori del Gruppo 63 e …