Marina Forti: Una vittoria per le vittime di Bhopal
I soldi del risarcimento furono messi in un conto in dollari presso la Banca centrale indiana, sotto il controllo della Corte suprema, e distribuiti tra i sopravvissuti: alla fine (tra il 1995 e il `96) poco più di mezzo milione di persone ha ricevuto la somma una tantum di circa 15mila rupie a testa, 400 dollari di allora. Non era molto: l'equivalente di 5 anni di cure mediche per persona. Resterà famosa una frase dei rappresentanti di Dow Chemical (nuova proprietaria di Union Carbide): "Quattrocento dollari sono una manna per un indiano"...
La cifra così distribuita però ammonta a neanche metà di quella versata da Union Carbide. E i soldi rimasti nel conto in dollari hanno prodotto interessi, senza contare che i risarcimenti erano stati distribuiti in rupie in un momento in cui il valore del dollaro era salito parecchio. Insomma: presso la Banca centrale indiana restano oggi 327 milioni di dollari, che ora il governo dovrà distribuire tra i 570mila sopravvissuti ufficiali (neppure questa sarà "una manna": in media farebbero 650 dollari a testa). La sentenza ordina al Commissario del Bhopal Gas Relief Fund di riferire entro due mesi su come i soldi saranno distribuiti. Intanto i sopravvissuti ieri hanno presentato un'ulteriore petizione: dicono che la cifra pattuita con Union Carbide nell'89 si basava su una stima di 3.000 morti e 120mila feriti, mentre la sentenza di lunedì fa riferimento a 15mila vittime e 570mila sopravvissuti: "quella cifra andrebbe quadriplicata", commentava ieri Rashida Bee, rappresentante di un gruppo di donne di Bhopal. La sentenza è comunque importante anche perché taglia corto sull'uso di quei soldi: devono andare in risarcimenti, e non in altro. Non nella bonifica del sito del vecchio stabilimento, ad esempio: la fabbrica di fertilizzanti di Bhopal, rimasta in disuso dalla notte della tragedia, continua a lasciar percolare veleni nel terreno e nelle falde acquifere. Il governo statale, quello centrale dell'India e Dow Chemical fiunora si sono rimpallati la responsabilità e il costo di ripulire il sito (di fronte alle proteste, tempo fa i dirigenti di Dow avevano detto agli attivisti di Bhopal: se volete una bonifica usate i fondi rimasti dai risarcimenti).
Ecco perché facevano festa a Bhopal, lunedì sera. Anche se la storia non è finita.