Le vincitrici ex aequo del Premio Internazionale Viareggio-Versilia 75a edizione, che viene attribuito ogni anno a personalità di fama mondiale che hanno speso la propria vita per la cultura, l'intesa tra i popoli, il progresso sociale e la pace, sono Suad Amiry e Manuela Dviri.

La motivazione
Suad Amiry, palestinese e Manuela Dviri, israeliana sono due donne coraggiose. Due donne - ed è opportuno sottolineare: donne - che in una terra segnata dal dolore, segnate esse stesse dal dolore, hanno saputo opporsi alla loogica cieca della guerra e dell'inimicizia assoluta, contrapponendo ai codici dell'odio e della forza che guidano governanti crudeli e politici spregiudicati la ricerca paziente del rapporto con l'altro e del riconoscimento della reciproca dignità. La loro impresa di umanità estrema rimane uno "scandaloso" esempio di affermazione del valore della vita contro l'incultura della morte.
Suad Amiry

Suad Amiry

Suad Amiry (1951) è un’architetta palestinese, fondatrice e direttrice del Riwaq Center for Architectural Conservation a Ramallah. Cresciuta tra Amman, Damasco, Beirut e Il Cairo, ha studiato architettura all’American University di Beirut e all’Università del Michigan, specializzandosi infine a Edimburgo. Dal 1981 insegna Architettura alla Birzeit University e, da allora, vive a Ramallah. Ha scritto e curato numerosi volumi sui differenti aspetti dell’architettura palestinese. Amiry ha vinto il premio internazionale Viareggio Versilia nel 2004. Da Feltrinelli sono usciti i due volumi Sharon e mia suocera (2003) e Se questa è vita (2005), poi ripubblicati assieme in “Universale Economica” (2007), Niente sesso in città (2007), Murad Murad (2009), Golda ha dormito qui (2013) e Damasco (2016).

Vai alla scheda >>

Torna alle altre news >>