Giorgio Bocca: Tra loschi affari e colpi di furore
03 Settembre 2004
La matematica è una opinione, le ragionerie degli Stati vivono di storie fantastiche, di ipotesi assurde, di pagamenti rinviati, di introiti immaginari né più né meno dei privati che in un colossale giro di ipoteche, di pagherò, di bonifici, di cambiali tengono in qualche modo in piedi un mercato che ogni tanto paga i suoi inganni tosando i malcapitati.
Non c'è una grande azienda in grado di produrre un bilancio veritiero, si va avanti fra trucchi e furbate: ‟Fiat torna all'utile operativo”, titolano le pagine economiche, per dire che continua a perdere, ‟I tempi del piano Morchio non erano realistici”, dicono a titoli cubitali. Per dire che erano sbagliati forse per preparare una altra stock option miliardaria. Bravo, anzi bravissimo, chi riesce a darci un quadro veritiero delle finanze italiane.
Il capo del governo dice che certamente entro un anno taglierà le tasse. Il neo ministro del Tesoro gli ricorda, cifre alla mano, che non sarà possibile prima di due anni. Si tratta comunque di una presa in giro impudente perché nel giorno stesso della promessa del taglio arriva una raffica di nuovi balzelli. Chi vuole può fare la somma dei vecchi con i nuovi e scoprire che la spennatura continua e che continua qualcosa di molto più grave, forse di irreparabile se non fosse che nella vita delle società non c'è mai nulla di irreparabile, ma tutto di pagabile a carissimo prezzo.
Questo governo che ci siamo dati, che abbiamo votato anche se era facilissimo prevederne gli effetti, anche se era certo certissimo che l'uomo Berlusconi avrebbe ripetuto esattamente ciò che era stato nella vita privata, convinto che il popolo bue è pronto a digerire se non tutto, moltissimo. La sua filosofia è tipica dell'uomo di avventura di cui ha fatto pubblico e a uso personale elogio in una prefazione a Erasmo da Rotterdam: osare, inventare, tentare l'impossibile, essere un po' pazzi e alla fine non pagare.
Goebbels diceva che al solo sentire la parola cultura correva con la mano alla rivoltella, ma è una barbara tentazione che viene anche a sentir parlare di finanza etica, di capitalismo morale. Le maggiori più stimate, più sicure agenzie di accertamento, le più affidabili banche del mondo da noi e altrove hanno fatto fortuna riciclando il denaro sporco. In parole povere hanno finanziato il mercato della droga e tutte le mafie del creato. Da noi abbiamo assistito alla presa in giro dei casi Parmalat e Cirio, due furti giganteschi e continuati con le omissioni e le protezioni delle autorità finanziarie e statali.
Ora il ragionamento nudo crudo che i direttori di questo bordello a quanto pare non fanno è il seguente: possibile che questo lercio mercato resterà per sempre impunito? Possibile che questa ostentazione di affari loschi e di complicità vergognose duri in eterno? Possibile che sia totalmente escluso un colpo di furore e di sangue come lo si vide a piazzale Loreto? Paolo Mieli, sempre alla ricerca di una storia mite che non c'è, mi rimprovera la franchezza con cui ho fatto l'ipotesi della tragedia finale. Ma cos'è il terrorismo se non un annuncio di rese dei conti apocalittiche? Che cosa sono queste guerre ‟sbagliate” se non un inizio di un bagno di sangue? Sbaglierò, ma avanti così non si andrà lungo. Fra poco riprenderà il campionato di calcio e le televisioni ci riproporranno le tribune d'onore con la loro umanità da Satirycon. Questa è la classe dirigente a cui ci affidiamo e di cui Berlusconi è il modello? Forse molti hanno già riconosciuto in lui l'agnello sacrificale, che lo sa e si difende con le unghie e con i denti ignorando gli interessi nazionali e qualsiasi forma di dignità.
Non c'è una grande azienda in grado di produrre un bilancio veritiero, si va avanti fra trucchi e furbate: ‟Fiat torna all'utile operativo”, titolano le pagine economiche, per dire che continua a perdere, ‟I tempi del piano Morchio non erano realistici”, dicono a titoli cubitali. Per dire che erano sbagliati forse per preparare una altra stock option miliardaria. Bravo, anzi bravissimo, chi riesce a darci un quadro veritiero delle finanze italiane.
Il capo del governo dice che certamente entro un anno taglierà le tasse. Il neo ministro del Tesoro gli ricorda, cifre alla mano, che non sarà possibile prima di due anni. Si tratta comunque di una presa in giro impudente perché nel giorno stesso della promessa del taglio arriva una raffica di nuovi balzelli. Chi vuole può fare la somma dei vecchi con i nuovi e scoprire che la spennatura continua e che continua qualcosa di molto più grave, forse di irreparabile se non fosse che nella vita delle società non c'è mai nulla di irreparabile, ma tutto di pagabile a carissimo prezzo.
Questo governo che ci siamo dati, che abbiamo votato anche se era facilissimo prevederne gli effetti, anche se era certo certissimo che l'uomo Berlusconi avrebbe ripetuto esattamente ciò che era stato nella vita privata, convinto che il popolo bue è pronto a digerire se non tutto, moltissimo. La sua filosofia è tipica dell'uomo di avventura di cui ha fatto pubblico e a uso personale elogio in una prefazione a Erasmo da Rotterdam: osare, inventare, tentare l'impossibile, essere un po' pazzi e alla fine non pagare.
Goebbels diceva che al solo sentire la parola cultura correva con la mano alla rivoltella, ma è una barbara tentazione che viene anche a sentir parlare di finanza etica, di capitalismo morale. Le maggiori più stimate, più sicure agenzie di accertamento, le più affidabili banche del mondo da noi e altrove hanno fatto fortuna riciclando il denaro sporco. In parole povere hanno finanziato il mercato della droga e tutte le mafie del creato. Da noi abbiamo assistito alla presa in giro dei casi Parmalat e Cirio, due furti giganteschi e continuati con le omissioni e le protezioni delle autorità finanziarie e statali.
Ora il ragionamento nudo crudo che i direttori di questo bordello a quanto pare non fanno è il seguente: possibile che questo lercio mercato resterà per sempre impunito? Possibile che questa ostentazione di affari loschi e di complicità vergognose duri in eterno? Possibile che sia totalmente escluso un colpo di furore e di sangue come lo si vide a piazzale Loreto? Paolo Mieli, sempre alla ricerca di una storia mite che non c'è, mi rimprovera la franchezza con cui ho fatto l'ipotesi della tragedia finale. Ma cos'è il terrorismo se non un annuncio di rese dei conti apocalittiche? Che cosa sono queste guerre ‟sbagliate” se non un inizio di un bagno di sangue? Sbaglierò, ma avanti così non si andrà lungo. Fra poco riprenderà il campionato di calcio e le televisioni ci riproporranno le tribune d'onore con la loro umanità da Satirycon. Questa è la classe dirigente a cui ci affidiamo e di cui Berlusconi è il modello? Forse molti hanno già riconosciuto in lui l'agnello sacrificale, che lo sa e si difende con le unghie e con i denti ignorando gli interessi nazionali e qualsiasi forma di dignità.
Giorgio Bocca
Giorgio Bocca (Cuneo, 1920 - Milano, 2011) è stato tra i giornalisti italiani più noti e importanti. Ha ricevuto il premio Ilaria Alpi alla carriera nel 2008. Feltrinelli ha pubblicato …