Marina Forti: Crisi ambientale in Corea del Nord
06 Settembre 2004
Per la prima volta in assoluto, la Corea del Nord pubblica un rapporto sullo stato dell'ambiente nel paese: descrive una situazione di crisi grave, che potrebbe precipitare se non affrontata per tempo. Il "Rapporto sullo stato dell'ambiente nella Repubblica popolare democratica di Corea 2003" è stato compilato da esperti di enti statali e università nordcoreane con la collaborazione dei programmi delle Nazioni unite per l'ambiente e per lo sviluppo, Unep e Undp: è stato diffuso ieri, e con l'occasione il capo del Consiglio nazionale per l'ambiente nordcoreano, Ri Jung Sik, ha firmato con il capo dell'Unep Klaus Toepfer un accordo di collaborazione. Ecco dunque la "fotografia" di una crisi ambientale. Il rapporto identifica delle "questioni prioritarie" relative a foreste, acqua, qualità dell'aria, terra e biodiversità. La perdita di foreste è tra i problemi più gravi, afferma il rapporto. Sembra strano, in fondo tre quarti del territorio nordcoreano hanno una copertura forestale (anche se per la gran parte sono su pendii con pendenza superiore al 20%), e l'estensione delle foreste è perfino aumentata dagli anni `50: ma l'ultimo decennio ha visto la tendenza opposta. Il declino è dovuto in parte all'aumento del taglio commerciale del legname, in parte al raddoppio del consumo di legna da ardere, a incendi e attacchi di parassiti. Più a lungo termine, la crescita della popolazione (oggi 24,4 milioni di persone, al 60 % abitanti in aree urbane) e la necessità di espandere l'agricoltura a zone collinose sulle montagne sono una potente minaccia alle foreste. Così ora il governo ha rilanciato le campagne per piantare alberi. D'altra parte anche l'autosufficenza alimentare è sempre stata una priorità. La situazione è dura: i raccolti sono diminuiti di quasi due terzi nel corso degli anni `90, per cause molteplici. Le ripetute alluvioni e poi la siccità hanno provocato carestie che hanno fatto notizia nel mondo (la Corea del Nord oggi dipende da aiuti internazionali per sfamare la sua popolazione), ma a questi disastri naturali vanno associate questioni strutturali: il degrado dei suoli dovuto proprio alla deforestazione, l'acidificazione conseguente a troppi input chimici, la penuria di fertilizzanti, macchinari agricoli e carburante. E' piorità urgente, dice il rapporto, rigenerare i suoli con opere di protezione dalle alluvioni, piantare alberi, creare terrazzamenti, usare fertilizzanti organici.
Marina Forti
Marina Forti è inviata del quotidiano "il manifesto". Ha viaggiato a lungo in Asia meridionale e nel Sud-est asiatico. Dal 1994 cura la rubrica "TerraTerra" che riporta storie quotidiane in …