Marina Forti: Romania, l'oro e il veleno
Il pericolo di nuovi disastri ambientali conta molto, nell'opposizione alla miniera di Rosia Montana. Così come la devastazione dell'intera valle, e il rischio (anzi, la certezza) di contaminazione delle falde acquifere con gli scarichi di cianuro. Oltretutto, il progetto costringerebbe centinaia di famiglie ad abbandonare le proprie case: circa 2.000 persone, che però non vogliono muoversi. Tutti sono proprietari della propria casa e di un po' di terra coltivata, e finora hanno rifiutato di vendere, ostinati, nonostante la "buonuscita" offerta dall'azienda mineraria a titolo di risarcimento - e nonostante la promessa di posti di lavoro. Di fronte a tante opposizioni e a tanti rischi, due anni fa la Banca Mondiale ha rifiutato di contribuire al progetto di Rosia Montana: Gabriel Resources aveva deciso di andare avanti lo stesso. Nel dicembre del 2002 un rapporto di esperti giuristi europei aveva fatto notare che l'evacuazione forzata è una violazione della Convenzione europea per i diritti umani - nessuno potrà costringere la gente di Rosia Montana ad andarsene - e che raccogliere quantità massicce di reflui con cianuro va contro le direttive europee sulle acque di falda. La Romania non è nell'Unione europea, ma è in lista per entrarvi e dovrà tener conto degli standard europei. Del resto l'Unione sta studiando una direttiva sull'industria mineraria che vuole proprio evitare future situazioni simili a Baia Mare.
E' a questo punto che si è fatta avanti l'Ungheria. "Creare posti di lavoro non è una ragione sufficiente per distruggere un ambiente naturale di migliaia d'anni - questo è un crimine contro la natura e contro le persone", ha detto giovedì il primo ministro ungherese Ferenc Gyurcsany in una conferenza stampa congiunta con l'omologo rumeno Adrian Nastase, a Budapest. L'Ungheria "offre" alla Romania di sostenere il suo ingresso nell'Unione europea, e di dirigere investimenti unghesesi oltrefrontiera per creare posti di lavoro in Romania, se questa rinuncia alla miniera d'oro. I due governi hanno istituito una commissione congiunta per studiare il possibile impatto della miniera, e i possibili investimenti alternativi. Forse Rosia Montana ha scampato il pericolo.