Vivian Lamarque: Milano. Una tregua ai veleni
25 Febbraio 2005
Quando la natura decide di fare un po’ di pulizie, per esempio il vento, come nei giorni scorsi, si mette a spazzare nuvole e smog, a staccare dai rami foglie secche (che non si decidevano, poveracce, a fare il gran salto), a ridare colore al mondo che si era tutto impolverato come un morto, quando la natura si mette a fare pulizie diventa contagiosa come una scarlattina, all’uomo viene subito voglia di fare altrettanto, di mettersi a pulire anche lui. Ora il vento ci ha lasciati, i veleni sono già tornati (da noi si trovano bene), ma nei giorni scorsi, alzando la tapparella al mattino avevo la sensazione di essere circondata da una bruttezza meno brutta del solito. Non era solo la bella giornata, anzi spesso le belle giornate trafiggono con luce spietata le stonature, lattine nel verde smeraldo del prato, mozziconi nella fioriera, schifezze sul marciapiede. Quali dettagli, magari da niente, avevano modificato il quadro d’insieme? Come nel gioco "Aguzzate la vista" della mitica ‟Settimana Enigmistica” (speriamo che a nessuno venga mai in mente di "rinnovarla", sarebbe la fine di questa eterna ragazza nata nel 1932!) mi ero messa a cercare, come fanno anche gli abbonati bambini, "i 20 piccoli particolari", le differenze. Che sono tuttora sotto i miei occhi: dal balcone del dirimpettaio del primo piano hanno tolto un armadietto arrugginito (che del resto nessuno si sognava mai di aprire); sul balcone accanto hanno trasferito (dal salotto?) due stelle di natale (polmonite assicurata); al terzo piano hanno lavato una finestra che era color oscuramento; al quinto al posto del vaso vuoto c’è un vaso di primule; sempre al quinto al posto di uno straccio c’è steso un lenzuolo con un pesco in fiore. Al sesto sono spuntati i ciclamini. Cos’altro? Aguzziamo la vista: ah, nel garage di fronte, dei tubi grigi sono stati dipinti di giallo. Giallo? La ‟Settimana Enigmistica” non è a colori, è in bianco e nero. Vero, comunque i tubi ora sono gialli. Stanno proprio bene, sembra Mondrian. E con una pompa hanno lavato l’edera che ricopre il muro, chi l’avrebbe mai detto che era verde? Credevamo fosse una specie nuova, marrognola. Era bastato un po’di vento e febbraio si era travestito (vedi Carnevale) da marzo "che tinge, mentre aprile dipinge", come dice il proverbio. Cioè la natura comincia presto a colorarsi, ma è in aprile che i colori esploderanno davvero. Allora ne vedremo delle belle. Anche se ora è già tornato febbraio, le "differenze", anche se non proprio venti, sono rimaste. Grazie natura che, nonostante i nostri innumerevoli misfatti, non ci abbandoni, anzi ci dai il buon esempio, ci contagi, ci metti voglia di copiare la tua bellezza.