Giorgio Bocca: Anche gli sciiti vogliono la fine dell'occupazione

18 Marzo 2005
La polemica politica è aggressione e minaccia mafiosa, la ragione ostentatamente assente.
Improvvisamente su tutti i giornali, anche della pseudo sinistra che ci ritroviamo, la visita di George Bush, il forte americano figlio di Marte, agli smidollati governanti europei, figli di Venere, viene raccontata come una vittoria dell'esercito americano e una penosa ritirata dei deboli europei.
Che è successo? La democrazia è arrivata in Iraq con i carri armati americani? Il terrorismo islamico è stato debellato dal globalismo capitalistico? Il controllo del petrolio mediorientale è assicurato? L'irruzione del capitalcomunismo cinese di massa scongiurato? La proliferazione atomica bloccata?
Niente di tutto ciò. Piuttosto si sente forte e alta la voce del padrone americano che dice agli europei come il generale Charles De Gaulle ai suoi oppositori: "La ricreazione è finita".
Ha vinto in Iraq e nel mondo il presidente Bush? No, è nel pantano come prima, ma resta il padrone dell'Occidente, ha 400 bombe atomiche solo in Europa, è il più ricco, se i francesi di Jacques Chirac fanno tanto di punzecchiarlo, gli rovina l'export dei vini e della moda, se gli europei vogliono fare le loro campagne ambientaliste, lui rende vano l'accordo di Kyoto.
E allora com'è possibile che sulla stampa governativa, e non solo su quella, si usi un linguaggio revanchista del tipo: e allora pacifisti e antiamericani come la mettiamo? Lo riconoscete sì o no che avete sbagliato tutto, mentre noi abbiamo indovinato tutto?
È un giubilo da monatti, un'allegria da disperati. Né Bush né i suoi laudatori hanno vinto niente e al massimo i secondi attaccano l'asino dove vuole il padrone. Le elezioni in Iraq hanno decretato la sconfitta cocente di Allawi l'uomo dell'America, il Quisling del Medio Oriente. I vincitori, sciiti filoiraniani, pongono come premessa della ricostruzione e della legalità lo sgombero degli occupanti, esattamente il contrario del controllo militare ed economico a tempo indeterminato previsto da Washington.
La resistenza terroristica sconfitta dai bravi votanti, a parere anche del nostro Piero Fassino molto lodato per questa sciocchezza, è viva e feroce come prima, la proliferazione atomica continua nel suo inesorabile corso dalla Corea del Nord ai grandi paesi asiatici.
Chi ha vinto che cosa? Il mondo intero è in movimento verso mutazioni drammatiche e in gran parte imprevedibili. Entro il 2050 saremo in dieci miliardi su questo granello di sabbia che ruota nell'universo, dovremo sostituire le fonti energetiche naturali, regolare in qualche modo l'anarchia del capitalismo senza regole e senza principi, e questi sepolcri imbiancati della destra ci danno lezioni di realismo, ci esortano al machiavellismo, ci affliggono con la loro retorica nazionalista, ci affibbiano questo neofascismo senza idee, ma con forti appetiti, e creano nuovi idoli come la ‟dominatrice”, la cinquantenne dell'Alabama arrivata alla segreteria di Stato che gira il mondo vestita di nero con altissimi tacchi a spillo. La trovano persino sexy.
Che cosa ha detto di nuovo agli europei e al mondo il presidente americano? Quali nuove chance ha indicato? Non saremo certo noi fedeli alla ragione a chiedergli l'impossibile, ad attenderci dei miracoli, ma che almeno la retorica e la propaganda si adeguino alle drammatiche situazioni dello sviluppo caotico e delle follie perduranti.
Che almeno tacciano i servi sciocchi. E che finisca l'altera ipocrisia per cui i responsabili di Guantanamo e di Bagram sgridano come scolaretti quanti si portano sulle spalle un passato autoritario. Il cerimoniale del potere, gli arcaici simboli del potere, plotoni di onore, squilli di trombe, luccichio di spade, ricevimenti in palazzi reali, non hanno mai avuto maggior fortuna che in questa età dove i potenti del mondo sono ridotti all'impotenza.

Giorgio Bocca

Giorgio Bocca (Cuneo, 1920 - Milano, 2011) è stato tra i giornalisti italiani più noti e importanti. Ha ricevuto il premio Ilaria Alpi alla carriera nel 2008. Feltrinelli ha pubblicato …