Vivian Lamarque: Omaggio a Giovanni Raboni

26 Maggio 2005
‟Penso che i morti ci siano, cioè penso che si continui a vivere anche con le persone che non ci sono più, che continuino a far parte della nostra vita” diceva Giovanni Raboni non tanto tempo fa. Non pare vero che ora sia proprio lui ‟il morto che c’è, la persona che non c’è più”. Ieri sera il Piccolo Teatro Studio era pieno di persone e di amici con cui Raboni continua a vivere. Non pare vero che proprio lui che nel 1993 aveva ideato la rassegna ‟Poeti europei del ‘900” , dal posto di regia sia scivolato così silenziosamente dall’altra parte, abbia così precocemente raggiunto i ‟cari infinitamente” , i ‟precursori nostri nelle tenebre”. Curato da Patrizia Valduga, con amoroso rigore, l’omaggio a Raboni è giunto al pubblico attraverso la voce di una grande, misuratissima Franca Nuti che ne leggeva non i versi, ma le parole delle interviste più belle. Le poesie invece ce le ha lette proprio il poeta in persona, con quel suo inconfondibile tono, spostandosi, nel video di Egidio Bertazzoni, da via San Gregorio dove nacque, ai Giardini Pubblici ( ‟sono un poeta di Porta Venezia” ) , alla fontana in Benedetto Marcello, all’osteria del Treno, alla Darsena, alla casa di Sant’Ambrogio Olona. Con una maglietta color carta da zucchero e una giacca chiara, con un filo di vento nei bianchi capelli, non è stato forse, lasciatecelo dire, anche il nostro poeta più delicato e più bello?
‟Dopo la vita cosa? ma un’altra vita,
si capisce, insperata, fioca, uguale,
tremito che non s’arresta, ferita
che non si chiude eppure non fa male”.

Un’altra vita, un’altra casa chissà dove, anche il Piccolo, in fondo, un poco lo è stata, o almeno la dimora della poesia, dei tanti poeti che Giovanni Raboni ha fatto amare alla sua città. Numerose le bandierine che potremmo mettere su una cartina milanese in ricordo delle abitazioni che il poeta ha attraversato, da via San Gregorio a via Paravia, via Fiori Chiari, via Fatebenefratelli, via Panfilo Castaldi, sino all’ultima, in via Melzo 19. Quella di via Paravia al 37 di poeti ne ospitò addirittura due: al settimo piano Raboni con la prima moglie Bianca Bottero e i loro tre figli, al secondo piano Vittorio Sereni con i suoi. L’omaggio a Raboni è stato breve e intenso. Gli applausi, a lungo trattenuti, sono infine esplosi qualche minuto prima del dovuto coprendo la voce del poeta che stava leggendo i versi di ‟Svegliami, ti prego”, quando sono cessati, la voce di Raboni è riemersa, come da lontano, un po’affaticata dal suo viaggio affollato di vivi e di morti, lui non ha mai creduto ci fosse tra loro una rilevante differenza.

Vivian Lamarque

Vivian Lamarque è poetessa e autrice di numerosi libri per bambini.