Va in scena la guerra di Troia

29 Settembre 2004
"Chiediamo sempre agli artisti qual è il sogno che non hanno ancora realizzato. Non è detto che noi riusciamo a farlo. Comunque ci proviamo", dice Monique Veaute, direttore artistico del Romaeuropa Festival. Il sogno di Alessandro Baricco, di leggere l'Iliade tutta di seguito davanti a una grande platea, è riuscita ad esaudirlo. "Sarà un reading lungo una dozzina di ore - spiega Baricco - diviso in tre serate. Una scena essenziale, costumi appena accennati, una fonica impeccabile. Su un grande schermo saranno proiettati i primi piani degli attori che leggono. L'idea è di provare a mettere la narrazione orale, forse addirittura la pura parola, al centro dell'attenzione e farne una forma di rito, di emozione collettiva, di spettacolo". Ma quale Iliade si potrà ascoltare? Non quella che ci ricordiamo dai tempi della scuola, tradotta in endecasillabi da Vincenzo Monti, e neppure le più agevoli versioni in prosa pubblicate negli ultimi decenni. Per Baricco, leggere l'Iliade oggi e in pubblico, significava inevitabilmente riscriverla. Così ha preso la traduzione in prosa di Maria Grazia Ciani (si può trovare in libreria edita da Marsilio) e ha cominciato a lavorarci sopra. "Ho cercato di trarne un testo da poter leggere in un tempo ragionevole e con qualche possibilità di non esasperare la pazienza degli ascoltatori". Per riuscirci ha dovuto fare una serie di interventi. Per prima cosa ha eliminato le ripetizioni, che nel testo omerico sono numerose. Poi, memore della lezione di Lukacs per il quale il romanzo è l'epopea del mondo disertato dagli dei, ha tagliato via tutte le apparizioni delle divinità. "Mi sono avvicinato all'Iliade - spiega - non per comprendere la civiltà omerica, ma per capire da dove vengo io. Gli dei sporcano la linea narrativa dell'Iliade. Sfilandoli via, Omero appare un narratore modernissimo". Un altro intervento riguarda lo stile. Più che un gergo da filologi, Baricco ha scelto un italiano vivo, eliminando "tutti gli spigoli arcaici che allontanano dal cuore delle cose". E poi ha cercato un ritmo, affidando a Giovanni Sollima la colonna sonora. Ma l'intervento più evidente è quello effettuato sulla narrazione. Baricco racconta la guerra di Troia in prima persona scegliendo alcuni personaggi dell'Iliade e sostituendoli ad Omero. "Per lo più è una faccenda puramente tecnica - precisa - invece di dire che il padre prese la figlia tra le braccia, nel mio testo c'è la figlia che dice che il padre l'ha presa tra le braccia. Credo che questo cambiamento possa aiutare chi legge a non smarrirsi e chi ascolta a non addormentarsi". Sul palco, dunque, oltre a Baricco che fa le parti di Nestore, Fenice e Priamo, ci saranno altri dodici dicitori: dall'autore satirico Stefano Benni che dà voce a Demodoco, a Paolo Rossi che veste i panni di Tersite, dallo scrittore Sandro Veronesi che interpreta Ulisse a Carolina Deregibus che presta la sua bellezza alla divina Elena. Con una sorpresa: ad interpretare Achille sarà una fanciulla, Carolina Felline. E con un finale diverso da quello del poema originale. Come si sa, l'Iliade finisce con la morte di Ettore e con la restituzione del suo corpo a Priamo. Non c'è traccia del cavallo di Ulisse e della caduta di Troia. Ma Baricco, pensando che fosse perfido non raccontare come quella guerra fosse poi finita, ha rubato dall'Odissea l'episodio in cui un vecchio aedo, Demodoco, canta la caduta di Troia davanti ad Ulisse e lo ha aggiunto ad alcuni passi di un libro che risale forse al quarto secolo dopo Cristo, La presa di Ilio di Trifiodoro.

Omero, Iliade di Alessandro Baricco

Questo volume nasce da un grande progetto di rilettura del poema omerico destinato alla scena teatrale (progetto che si compirà nel settembre 2004). Alessandro Baricco (forte della consulenza della traduttrice Maria Grazia Ciani) smonta e rimonta l'Iliade creando 24 monologhi + 1, corrispondenti ad…