Peter Schneider su Grass: «Ora facciamo i conti con il nostro passato.»

22 Agosto 2006
Il telefono di Peter Schneider non ha smesso di suonare per tutto il pomeriggio; quando lo scrittore solleva la cornetta, la voce arriva stanca, ma ferma: «Credo che questo processo di svelamento sia una cosa buona. Per Günter Grass come per il dibattito culturale nel nostro Paese». Qualche anno fa l' ex ragazzo prodigio del ' 68 tedesco aveva raccontato - tra le pagine di Accoppiamenti - l' invidia verso chi poteva interrogarsi sul passato dei propri genitori senza dover temere le risposte, senza essere annientato dal silenzio. Quel silenzio che ora molti, in Germania, rimproverano a Günter Grass. «Ma non ritengo un problema il fatto che abbia deciso di parlare solo adesso», precisa Schneider, 66 anni. L' età ormai avanzata dell' autore del Tamburo di latta, le accuse di aver aspettato troppo per paura, per profitto, per l' incapacità di coniugare il ruolo di «coscienza morale» con un passato comunque imbarazzante, non sono riflessioni condivise dallo scrittore di Lubecca. «La scelta di tacere ha, piuttosto, condizionato la sua vita e le sue opere, le sue prese di posizione, il tono della sua scrittura. Credo che invece di criticare ciò che Grass ha fatto, noi tutti dobbiamo essergli grati. Le sue parole sono state una grande liberazione, per lui e per tutta la cultura tedesca». E quelle richieste di restituire il premio Nobel? «Enormi sciocchezze». Peter Schneider le liquida così, di getto. «Ho un grande rispetto per Günter Grass. Per lo scrittore, per l' uomo; e da oggi, per ciò che ha avuto il coraggio di dire, senza esservi stato costretto. Perché non dobbiamo dimenticare questo: nessuno l' ha obbligato. Ha scelto lui di liberarsi».

Günter Grass

Günter Grass (Danzica 1927 - Lubecca 2015) ha raggiunto la massima notorietà con Il tamburo di latta, pubblicato nel 1959 (Feltrinelli, 1962, nuova edizione 2009). Delle sue opere successive ricordiamo: …