Giorgio Bocca: Campioni del mondo di cronaca nera

28 Agosto 2006
Ci vogliono i campionati del Mondo di calcio con le squadre più ricche e attrezzate del creato, le più globali, le più assistite dalla medicina sportiva, le più miliardarie; ci vogliono queste competizioni che mobilitano centinaia di milioni di spettatori, paralizzano durante le partite intere nazioni per avere la certezza che la psicologia di massa è ancora quella delle caverne, che il migliore dei calciatori Zinedine Zidane è ancora pronto a rispondere a un insulto come un caprone infuriato, con una capocciata da duello fra bisonti e che moltitudini di spettatori lo capiscano.
C'è stata una gara nelle televisioni e nei giornali a indovinare l'insulto del giocatore italiano Marco Materazzi che ha causato la sua ira funesta e a molti è sembrato verosimile che sia stato il popolarissimo quanto primitivo cornuto. La pansessualità primitiva della riproduzione, le allusioni, le immagini, le suggestioni legate agli organi sessuali che tutti possiedono o conoscono, compongono il linguaggio universale che si alza come un coro possente e orgiastico dalle competizioni più famose, vi partecipano letterati e religiosi, rivoluzionari e benpensanti che travolgono tutte le resistenze della civile educazione.
Nella notte magica di Berlino si è sentito lo sfogo sincero del calciatore Gennaro Gattuso molto apprezzato perhé ringhia: "Ma sì, diciamolo, abbiamo vinto perché avevamo più coglioni dei francesi". C'è voluto un campionato del Mondo perché un calciatore calabrese potesse finalmente liberarsi dall'allusivo 'attributi' e chiamare le cose con il loro nome: i coglioni, la potenza taurina, la distinzione maschilista della monta.
Ma non solo negli stadi, in tutto il paese imperversa la rivincita maschilista e assassina. Non passa settimana che nelle pacifiche civili provincie del Piemonte e del Lombardo Veneto qualche maschio respinto dalla amata non risolva la questione sgozzandola. E stupisce non solo la decisione ferina, ma il modo: tagliandole la gola con un coltello. Operazione difficile per un norcino macellaio di Verri, ma che dovrebbe risultare impossibile a qualsiasi normale cittadino che in vita sua ha tagliato solo carote o patate. E invece arrivano nel giardino dell'amata che li ha respinti, farneticano e come la cosa più facile e naturale del mondo tirano fuori un 'vernantino', il coltello a serramanico degli alpigiani, e poi per completare l'opera vanno a impiccarsi a una trave del cimitero perché sono stati educati al risparmio ed evitano le spese funebri.
A leggere i giornali viene voglia di non uscire più di casa, di evitare gli umani assembramenti, anzi le umane familiari frequentazioni. Per non incontrare uno come quel distinto conservatore di un teatro marchigiano che, non contento di aver massacrato a pugni e a calci la moglie, l'ha buttata viva in un cassonetto delle immondizie. E siccome non si tratta di episodi rari e mostruosi, ma della cronaca abituale della grande informazione, viene il sospetto per non dire la certezza che la cultura della violenza venga non solo accettata, ma perseguita dal potere.
Negli anni della rinascita democratica dopo il fascismo venne rimproverato al regime di aver privilegiato la violenza politica e di Stato rispetto a quella privata, di aver cancellato la cronaca nera per sostituirla con una scialba e diversiva cronaca bianca. E già dai primi anni di democrazia i cronisti avevano capito che era con la nera che si dava al mercato quello che voleva, che si faceva carriera.
Ma oggi siamo all'eccesso, si ha l'impressione che una buona parte dei cittadini sia impegnata nella fabbrica dei delitti perché l'informazione ne parli e ci rimugini dentro, che la mafia, la 'ndrangheta, la Sacra Corona in fraterna collaborazione con i grandi ladri, e se occorre di un principe pretendente al trono, forniscano incessantemente materiale ai cronisti che a tempo perso si fanno corrompere dai servizi segreti.

Giorgio Bocca

Giorgio Bocca (Cuneo, 1920 - Milano, 2011) è stato tra i giornalisti italiani più noti e importanti. Ha ricevuto il premio Ilaria Alpi alla carriera nel 2008. Feltrinelli ha pubblicato …