La banca del villaggio per le donne del Bangladesh
16 Ottobre 2006
L’esperimento iniziò nel lontano 1976 a Jobra, piccolo e povero villaggio del Bangladesh. Muhammad Yunus, allora giovane economista, appena tornato dagli Usa, iniziò a dare piccole somme ai contadini della zona, 50 o 60 dollari per famiglia, sui quali pesavano pochi spiccioli di interessi. I soldi rientrarono e nel villaggio si misero in moto numerose attività economiche. Da allora, come ha notato ieri Kofi Annan, Yunus e la sua banca Grameen hanno fatto passi da gigante e sono diventati un esempio per il mondo intero. Oggi in Bangladesh, la prima banca etica del pianeta, è diventata l’istituto di microcredito più esteso nel paese. I suoi clienti sono 6,61 milioni e gli sportelli ben 2226, è presente in 17.371 villaggi e ha 18.975 dipendenti. I contadini, ancor oggi, accedono al 50-100 dollari di prestito e comprano una mucca o una bufala per avviare un caseificio. E questa attività finisce per coinvolgere interi gruppi familiari e creare quindi micro-imprese in grado di saldare il debito iniziale e attingerne altri. L’unica garanzia che infatti viene chiesta a persone che non posseggono nulla e appunto che facciano parte di un gruppo familiare composto almeno da 5 membri.
La banca diventa dunque il motore dell’economia dello sviluppo. Fin dagli esordi la Grameen bank ha privilegiato le donne che sono in maggioranza tra i clienti. In questo modo almeno sei milioni di persone sono uscite dalla povertà, ed alcuni contadini poveri sono stati invogliati a diventare azionisti della banca.
La strada imboccata da Yunus è stata intrapresa anche da altri e l’esempio della Grameen Bank si è esteso in sessanta paesi del pianeta, molti dei quali asiatici. In India ad esempio, nonostante i progressi dell’economia complessiva del grande paese, oltre il 30% della popolazione viva ancora al di sotto della soglia della povertà. Qui anche grandi gruppi bancari si sono gettati nell’attività del microcredito ricavando anche profitti. Oggi si dedicano (con successo) a questa attività grandi colossi finanziari del paese asiatico come Hdfc, Uti e la State bank of India.
Queste banche indiane, su modello di quanto fatto da Yunus, offrono prestiti sulla base del ‟rapporto di fiducia” tra l’istituto e il beneficiario. Nei paesi asiatici si stanno muovendo anche colossi occidentali come Citigroup, Abn Amro, Standard Chartered.
Da tre anni l’India cresce al ritmo dell'8% grazie al boom dell’informatica e dell'alta tecnologia che impiega però solo una piccola proporzione della popolazione. La principale sfida per il futuro sarà di estendere il benessere anche alla grande massa dei 600 milioni di contadini, che vivono al di fuori delle Silicon Valley, cercando di rendere ‟produttivo” quest’enorme serbatoio di mano d'opera non qualificata. La tecnica del micro finanziamento, che privilegia in particolar modo le donne, può essere l'arma vincente. La banca Icici opera con una rete di un centinaio di prestasoldi locali e ha oggi 3,2 milioni di clienti classificati a ‟basso reddito”. Abn Amro che ha iniziato l'attività di microfinanziamento nel 2003 prevede di quintuplicare le sue operazioni nei prossimi anni. D'altronde, le banche vedono il microcredito come un mezzo per conquistare un mercato di 100 milioni di famiglie che non hanno mai messo piede in una banca.
Rimane però il problema dello strozzinaggio. Il governo indiano di recente è sotto accusa per le centinaia di casi di suicidio tra i contadini nello stato dell'Andra Pradesh indebitati fino al collo a causa di tassi di interesse fino al 50% praticati dalle società finanziarie locali.
La banca diventa dunque il motore dell’economia dello sviluppo. Fin dagli esordi la Grameen bank ha privilegiato le donne che sono in maggioranza tra i clienti. In questo modo almeno sei milioni di persone sono uscite dalla povertà, ed alcuni contadini poveri sono stati invogliati a diventare azionisti della banca.
La strada imboccata da Yunus è stata intrapresa anche da altri e l’esempio della Grameen Bank si è esteso in sessanta paesi del pianeta, molti dei quali asiatici. In India ad esempio, nonostante i progressi dell’economia complessiva del grande paese, oltre il 30% della popolazione viva ancora al di sotto della soglia della povertà. Qui anche grandi gruppi bancari si sono gettati nell’attività del microcredito ricavando anche profitti. Oggi si dedicano (con successo) a questa attività grandi colossi finanziari del paese asiatico come Hdfc, Uti e la State bank of India.
Queste banche indiane, su modello di quanto fatto da Yunus, offrono prestiti sulla base del ‟rapporto di fiducia” tra l’istituto e il beneficiario. Nei paesi asiatici si stanno muovendo anche colossi occidentali come Citigroup, Abn Amro, Standard Chartered.
Da tre anni l’India cresce al ritmo dell'8% grazie al boom dell’informatica e dell'alta tecnologia che impiega però solo una piccola proporzione della popolazione. La principale sfida per il futuro sarà di estendere il benessere anche alla grande massa dei 600 milioni di contadini, che vivono al di fuori delle Silicon Valley, cercando di rendere ‟produttivo” quest’enorme serbatoio di mano d'opera non qualificata. La tecnica del micro finanziamento, che privilegia in particolar modo le donne, può essere l'arma vincente. La banca Icici opera con una rete di un centinaio di prestasoldi locali e ha oggi 3,2 milioni di clienti classificati a ‟basso reddito”. Abn Amro che ha iniziato l'attività di microfinanziamento nel 2003 prevede di quintuplicare le sue operazioni nei prossimi anni. D'altronde, le banche vedono il microcredito come un mezzo per conquistare un mercato di 100 milioni di famiglie che non hanno mai messo piede in una banca.
Rimane però il problema dello strozzinaggio. Il governo indiano di recente è sotto accusa per le centinaia di casi di suicidio tra i contadini nello stato dell'Andra Pradesh indebitati fino al collo a causa di tassi di interesse fino al 50% praticati dalle società finanziarie locali.
Muhammad Yunus
Muhammad Yunus, nato e cresciuto a Chittagong, principale porto mercantile del Bengala, laureato in Economia, ha insegnato all’Università di Boulder, Colorado, e alla Vanderbilt University di Nashville, Tennessee. Ha poi …