Corrado Ruggeri : l’infamia sotto casa

13 Novembre 2006
Che differenza c’è fra l’orrore dei bordelli della Cambogia e viale delle Belle Arti? Che differenza c’è fra il poliziotto corrotto di Phnom Penh che violenta le bambine e il mascalzone romano che in macchina scende verso il Tevere e fa salire i ragazzini rom? Il terzo mondo è qui, accanto a casa nostra. In via Salaria, dove le vittime hanno un sesso diverso ma l’identica disperazione di questi figli degli zingari. Poco importa il consenso, offerto o estorto: 20 euro per qualche istante di sesso bruciano una vita, distruggono l’anima. È passata a Roma, qualche giorno fa, Somaly Mam, coraggiosa donna cambogiana che per un decennio è stata costretta a prostituirsi. L’hanno picchiata, legata, le hanno fatto mangiare vermi esplosi nel pesce putrefatto, l’hanno tenuta in balia di orde di uomini: finché è riuscita ad andarsene dalla sua prigione, ha incontrato un uomo che l’ha amata, ha fatto tre figli e ora si dedica alla salvezza delle ragazzine che erano come lei, le va a cercare, le strappa dai bordelli, le porta in case accoglienza dove possono vivere libere e imparare un lavoro. Ogni tanto provano a spararle, ma Somaly non se ne cura. Viene a Roma ogni settimana, più o meno, Marco Scarpati, irascibile e generoso presidente di Ecpat Italia, l’associazione che si occupa della prostituzione dei bambini in Asia. Ha fatto una cosa che non avrebbe mai voluto fare: ha comprato, proprio così, comprato due bambine per salvarle da un bordello, anche questo cambogiano. Le ha pagate, portate via e poi ha pianto: ‟Perché i bambini - dice - non si comprano”. I bambini non si vendono. I bambini hanno diritto al gioco, alla salute, all’educazione, allo sport e alla cultura. Hanno diritto ad avere una madre e un padre che si prendano cura di loro: e nel caso di questi bimbi rom appare difficile pensare che i genitori fossero del tutto all’oscuro. Somaly Mam dice che quando da lei cominciarono ad arrivare i primi clienti occidentali - anche italiani - lei domandava loro ‟perché?”. Per quale ragione volevano frantumare la vita di una ragazzina? Perché dovevano distruggere sogni, illusioni, sentimenti? Le rispondevano senza parole, ma con gli schiaffi. Ora quell’inferno è anche a casa nostra. Ed appare peggiore di quelli asiatici. Perché noi ci sentiamo fieri della nostra civiltà così avanzata e ricca, noi non crediamo che un rapporto sessuale con una vergine consegni all’immortalità e neppure che faccia diventare la pelle più bianca. Noi siamo lontani dagli orrori. Abbiamo fondi d’investimento e reading di poesia. Poi capita che qualche volta si passi anche a Valle Giulia o sulla Salaria. E che si scelga la strada comoda del disinteresse. Facendo finta di non vedere.

Corrado Ruggeri

Corrado Ruggeri (Roma, 1957-2023) è stato giornalista del “Corriere della Sera”, viaggiatore per passione e per lavoro. Ha scritto reportage da tutto il mondo per varie riviste specializzate ed è …