Vivian Lamarque: Attila, Barbarossa e l’ambiente ferito. “Milano sa risorgere”

13 Novembre 2006
‟Le sue rinascite sono sempre più gloriose delle sue cadute”, scriveva mezzo secolo fa, di Milano, Giovanni Cenzato, citando, tra le altre, le pronte risurrezioni dal passaggio di Attila, dalle devastazioni del Barbarossa che datava i suoi decreti ‟post destructionem Mediolani”. Pestilenze su pestilenze (15 in otto secoli), carestie, guerre, ma della tenacia dei milanesi ‟il Duomo è l’espressione pietrificata”. E Cenzato ricordava anche che non era un’allegoria dire che ogni milanese portò la propria pietra al Duomo. Lavoravano a turno, pro nihilo (per niente), fabbri, macellai, fornai, calzolai, tessitori, mugnai, pellicciai e persino,udite udite, avvocati, medici, speziali e lo stesso podestà con i magistrati della sua Curia. Ci rimboccassimo le maniche tutti quanti? I vecchi lo sanno già benissimo come si fa. Anche i quasi vecchi e gli anziani lo sanno. Forse sarebbe ora di insegnarlo ai giovani, e agli alunni di tutte le scuole, a partire dalle materne, anche a quattro anni si possono raccogliere carte di caramelle da terra. Con ‟Puliamo il mondo” organizzata da Legambiente, seimila studenti hanno raccolto quintali di rifiuti. Seimila studenti che difficilmente da adulti lo sporcheranno il mondo. Quando anziché trenta scuole, tutte le scuole milanesi parteciperanno, e non solo una volta l’anno, la rinascita sarà cominciata. Intanto un altro filo di luce del risveglio comincia a filtrare nel buio di uno scantinato: quello per i due nuotatori della ‟Fontana dei bagni misteriosi” di De Chirico. Da dieci anni lo stavano aspettando.

Vivian Lamarque

Vivian Lamarque è poetessa e autrice di numerosi libri per bambini.