Giuliana Sgrena: Il “fuoco amico” della notte del 4 marzo

10 Aprile 2007
Mario Lozano con l'avvicinarsi del processo contro di lui per l'uccisione di Nicola Calipari si difende: ‟dovevo sparare. Ho fatto quello che avrebbe fatto qualsiasi soldato nella mia posizione”. Questo è probabile, infatti ogni giorno muoiono civili indifesi sotto il fuoco Usa in Iraq. Il modo migliore per difendersi tuttavia sarebbe quello di farlo al processo che inizierà a Roma il 17 aprile. Non ritengo Mario Lozano il principale responsabile di quello che è successo la notte del 4 marzo 2005 a Baghdad, ma per evitare di diventare il capro espiatorio (cosa che non auspico) il modo migliore è di raccontare la verità. Tutta. Purtroppo quello che finora abbiamo sentito dire da Mario Lozano è esattamente la ripetizione della versione dei fatti fornita dal comando statunitense a Baghdad, già smentito dal rapporto Campregher-Regaglini (i due rappresentanti italiani nella Commissione d'inchiesta militare americana) e soprattutto dall'inchiesta della magistratura italiana che ha portato al rinvio a giudizio di Lozano per omicidio volontario politico di Nicola Calipari e tentato omicidio volontario mio e di Andrea Carpani, l'altro agente del Sismi che viaggiava con noi. Oltre al fatto che non ci sono stati i segnali di avvertimento e la macchina non andava a velocità sostenuta, come abbiamo testimoniato, l'inchiesta ha verificato - facendo controllare da esperti la macchina su cui viaggiavamo - che la macchina è stata colpita da 58 proiettili, 57 sparati contro i passeggeri e uno, l'ultimo, contro il motore della macchina quando la macchina era già ferma. Siccome i colpi erano tanti sicuramente ne saranno arrivati altri anche sul selciato, come sostiene Lozano, ma i 57 contro i passeggeri non erano certo per fermare l'auto. Infine voglio rassicurare Lozano, certo, purtroppo, sono famosa, ma sicuramente non ricca. Del resto noi comunisti non siamo così venali.

Fuoco amico di Giuliana Sgrena

Quattro settimane di incubo vissute nelle mani dei (sedicenti) mujaheddin (combattenti) iracheni, la liberazione brutalmente interrotta dall’attacco delle truppe americane quando ormai la salvezza sembrava a portata di mano nel vicino aeroporto di Baghdad. Giuliana Sgrena, in questo libro, racconta…