Questi ragazzi sanno bene che cosa vogliono da Federico Moccia: il successo
All'ingresso del teatro ci sono decine di ragazze sedute a terra che si allungano i muscoli facendo esercizi di stretching, c'è chi si trucca e chi si fa un pisolino. "lo ho già fatto la prova di canto e farò la prova di ballo alle quattro, ma sono sveglia dalle sei di stamani”, dice una delle aspiranri mentre mangiucchia del riso bianco da un contenitore tupperware. Vengono da Roma, Ancona, Palermo, Napoli, da Milano. Hanno letto del provino su Internet, sul ‟Corriere della Sera”. Alcuni l'hanno saputo dagli insegnanti di danza o di canto, altri, già attori professionisti, dai loro agenti. "Non farti ingannare dalla loro età, queste ragazze sanno bene che cosa vogliono, sono sgamatissime’”. Federico Moccia fa capolino dal teatro e mi offre un caffè al bar. Dietro di noi, in coda, ci sono alcune ragazzine, lo hanno riconosciuto e non gli staccano gli occhi di dosso. Non tanto per il suo charme, ma piuttosto per intercettare uno sguardo benevolo in vista del provino. Figlio d'arte (suo padre è il regista Giuseppe Moccia, in arte Pipolo, della premiata ditta Castellano&Pipolo), apprezzato autote televisivo (ha lavorato con Paolo Bonolis e Antonella Clerici), qual è il suo segreto signor Moccia? Lei non è più un ragazzino (ha 42 anni) e non ha figli, ci spiega come è riuscito a intercerrare i sogni di migliaia di adolescenti? ‟Il vero segreto, se ne esiste uno, è quello di non trattare i ragazzi come ragazzini, ma come persone”, dice Moccia. La ricerca della felicità è la stessa a quindici anni come a trenta e a cinquanta. Forse anche a lei sarà capitato, prima di uscire dalla cabina al mare, di guardarsi allo specchio venti volte e poi di cambiare il costume e tornare indietro per poi uscire con l'asciugamano addosso. La paura di non essere accettati non finisce alla soglia dei vent'anni. Quando cresci, sei solo più preparato. Ma io mi porto ancora denrro la delusione dei miei 16 anni, quando la ragazza di allora mi lasciò perché non mi amava”. Tra i suoi nuovi colleghi scrittori c'è stato qualcuno che le ha fatto i complimenti? "Di Alessandro Baricco ho letto tutto, ma lui no, non mi ha chiamato. Delle firme note mi ha scritto solo Niccolò Ammaniti”. Moccia torna in teatro a seguire i provini, mentre all'ingresso i ragazzi socializzano e si scambiano i numeri di cellulare. "Tanto probabilmente ci incontreremo ancora”, dice Silvia Zambruno, 18 anni, di Vigevano, una delle pochissime accompagnate dalla mamma. ‟Tu vieni al casting di Amici?”, le chiede Rosa. ‟Non lo so. Tutto tranne i reality, però. Il Grande Fratello non lo sopporto”, ribatte lei. ‟Faccio già l'animatrice, canto e ballo. Ma c'è un limite”.
Pochi dei ragazzi che sono qui oggi per il casting hanno letto il seguito di Tre metri sopra il cielo, cioè la continuazione della vita di Step (con un nuovo amore, Gin, e un ritorno di fiamma fugace con Babi) dal titolo Ho voglia di te. Eppure il secondo libro di Moccia ha venduto 800 mila copie. Un record per il mercato editoriale italiano. ‟Io non ho letto il libro ne ho visto il film”, dice Ilio Vannucci, 25 anni, fisico muscoloso, abbronzarura da Baywatch e capelli con le mèches, che si scalda i muscoli dietro le quinte. ‟Se avrò la parte, allora studio. Ma ai provini per dare il meglio di me preferisco non sapere nulla”. Sapete che Moccia cerca una protagonista bionda, ma Step lo vuole moro? ‟Davvero?”, chiede Silvia Di Stefano, 26 anni. "Allora io sono perfetta: ho anche gli occhi azzurri.
Temo solo di essere troppo "grande" per fare la piccola Babi e troppo piccola per la mamma”, dice indicando il suo fisico mediterraneo. ‟lo e lei eravamo il Gatto e La Volpe...”, dice Alessandro Salvatori, 28 anni. Prego? ‟Nel musical Pinocchio, quello con le musiche dei Pooh: lei ovviamente era la Volpe”. ‟ln realtà vorrei tanto candidarmi per Madda, la cattiva", dice Silvia. Ma con quegli occhioni sarebbe poco credibile. Prima di lasciare il teatro, passo a salutare Moccia e a momenti inciampo in una ragazza che si sta mettendo i cerotti sui piedi. ‟Tutte le vere ballerine portano sempre con se i cerotti”, mi spiega con aria di sufficienza. Certo avrei dovuto imparare qualcosa da Flashdance e Saranno famosi.