Vivian Lamarque: Il rientro dalle vacanze tra lo sberleffo del sole e il piacere di un gelato
11 Settembre 2007
Tempo così così in vacanza e poi al rientro, alla ripresa del lavoro, sole sghignazzante fuori dalle finestre di uffici e capuffici. Milano sa essere dispettosa. Ne avrebbe anche tutti le ragioni. Noi la sporchiamo, la imbruttiamo, la ‟sparliamo”, la minacciamo continuamente con i nostri ‟ti lascio” e lei ti accoglie così, con lo sberleffo di quel sole che tanto avremmo desiderato in villeggiatura. Qui pare sprecato, ma forse non così tanto: all’uscita del lavoro puoi girellare un pò, prendere un gelato facendo finta di essere ancora chissadove. E poi quanto durerà il sole? Le Feste dell’Unità vengono sempre benedette non poco dal cielo. Ricordo le edizioni al Monte Stella, se pioveva sprofondavi nel fango. Belle comunque, poi l’erba giustamente protestò per tutti quei piedi che andavano e venivano (Ungaretti: ‟Lieta l’erba dove non passa l’uomo”). Abitavo là in quegli anni e devo dire che alla chiusura riconsegnavano l’area in ottime condizioni, ma certo i prati sono più contenti ora. E i milanesi? Anche loro credo. Lassù era suggestivo, ma faticoso. Per seguire tre-quattro incontri dovevi scalare e ridiscendere e riscalare la celebre ‟montagnetta” più volte. Molti giovani la scoprirono solo in quella occasione. Bellissima, benché nata dal sangue della guerra, dalle macerie delle case bombardate. (Quasimodo: ‟La città è morta, è morta”). Oggi poi è uno splendore. Se il sole continuerà a brillare sulle nostre giornate lavorative, se avete nostalgia del verde che avete appena lasciato, se avete un cane che dopo le lunghe passeggiate estive non si è ancora rassegnato al miserevole giro del palazzo, partite per la fermata QT8 della Metropolitana 1 e buona scalata tra olmi e betulle, tra gelsi e ciliegi. Sulla vetta potrete giocare alla ricerca della vostra casa, quel puntino laggiù.