Pochi scrittori sono stati altrettanto prolifici della Lessing, nel corso del Novecento: basta sfogliare il catalogo Feltrinelli per accertarsene. Campeggia Il taccuino d’oro, il grande romanzo del 1962 che ce la fece conoscere e amare con la sua torrenziale e complessa vicenda di una donna, Anna, e delle sue dentro la tormentata Europa degli anni della guerra e del dopoguerra. I temi che vi si intrecciavano erano privati e pubblici in indistricabile mescolanza, e tutta l’opera della Lessing fatta di questi incroci, tra gli uomini e le donne, i vecchi e i giovani, l’Europa e l’Africa, tra l’ansia del cambiamento, la sete di giustizia e di uguaglianza e all’opposto la forza della conservazione sul piano collettivo come su quello individuale.
I lunghi anni di militanza politica marxista hanno lasciato un segno forte sulle convinzioni della Lessing, ma unitamente a due acquisizioni o punti di vista che ne sono stati gli originali correttivi: l’esperienza trentennale di vita in Africa (Zimbabwe e non solo) e l’interesse profondo e di simpatia verso gli africani ma anche la comprensione dei dilemmi dei coloni, soprattutto dei meno fortunati; e la condizione femminile, che le è stata di bussola nella formazione e nell’espressione di convinzioni e giudizi. A questi temi molti se ne sono via via aggiunti, senza che quelli originari ne venissero sminuiti, perché la Lessing ci è sempre parsa una tranquilla, salda, complessa 'forza della natura', una donna e una scrittrice perfettamente dentro la sua e nostra epoca ma anche profondamente in grado di vederne le componenti centrali e i rivoli secondari, secondo la ricchezza della sua esperienza e i suoi formidabili doni d’immaginazione sociologica.
La storia, l’Africa, le donne, la borghesia, il proletariato, la rivolta, la violenza, il conformismo, l’amicizia, l’indignazione per le ingiustizie sono i temi eterni con cui si è confrontata a partire da un’adesione istintiva alla ricerca del giusto e da una vocazione narrativa eccezionale, nutrita di una vasta conoscenza della letteratura dell’Ottocento, della tradizione del romanzo. Si è mossa dentro questa tradizione, ma con spericolatezze sperimentali e moderniste, e con improvvisi cambiamenti di registro come quando, negli anni settanta, ha voluto cimentarsi con la fantascienza nel ciclo di Canopo in Argo, ponderoso e forse noioso, e disputarsi con certa rigidità femminista, o scoprire il valore degli animali e parlarci infine dei diversi con l’invenzione del bellissimo personaggio del gigantesco Ben in Il quinto figlio e in Ben nel mondo, in lotta per il riconoscimento della sua autonomia e dignità.
Doris Lessing può esserci sembrata a volte forse eccessiva, nella sua palese aspirazione a essere anche didascalica, a volerci spiegare il male e il bene del mondo. Ma era certamente più anarchica che marxista: anche se in gioventù militato tra i comunisti ha sinceramente denunciato quel che di male quell’esperienza ha avallato nei paesi del 'socialismo reale', e tuttavia ha coerentemente rivendicato di quel passato l’attenzione che le è rimasta per le disparità di classe e di razza, per il peso e i ricatti dell’economia, per la soggezione della scienza nei confronti del potere, per le ingiustizie portate dal capitalismo e dall’imperialismo e non solo dalle dittature di destra o di sinistra. Tutta la sua opera è in definitiva un canto alla libertà e alle responsabilità dell’individuo di fronte al male della Storia e dell’uomo, un complesso e variegato canto d’amore e di rivolta per cento e cento personaggi, che fa perdonare senza difficoltà certe sue occasionali ingenuità
Doris Lessing

Doris Lessing

Doris Lessing (1919-2013) è nata a Kermanshah, in Iran, e ha vissuto fino a trent’anni in Zimbabwe (allora Rhodesia). Nel 1949 si è definitivamente trasferita in Inghilterra. Feltrinelli ha pubblicato: L’abitudine di amare (1959), Il taccuino d’oro (1964), Il diario di Jane Somers (1986), La brava terrorista (1987), Se gioventù sapesse (1988), Il quinto figlio (1988), Racconti africani (1989), L’altra donna (1991), Martha Quest (1991), Un matrimonio per bene (1992), Racconti londinesi (1993), Echi della tempesta (1994), Sorriso africano. Quattro visite nello Zimbabwe (1994), Amare, ancora (1996), Ben nel mondo (2000), Il sogno più dolce (2002), Le nonne (2004), Alfred e Emily (2008), Gatti molto speciali (2008; edizione illustrata 2017), la sua autobiografia Sotto la pelle (2019), e, nella collana digitale Zoom, Passerotti (2011). In Italia sono stati inoltre pubblicati i romanzi fantastici Pianeta 8 (Lucarini, 1989), Discesa all'inferno (Tropea, 1996; Fanucci, 2009), Mara e Dann (Fanucci, 2004), La storia del generale Dann, della figlia di Mara, di Griot e del cane delle nevi (Fanucci, 2005), Una comunità perduta (Fanucci, 2008), Un luogo senza tempo (Fanucci, 2008) e Un pacifico matrimonio (Fanucci, 2009). Ha vinto il premio internazionale Grinzane Cavour “Una vita per la letteratura” nel 2001 e il premio Nobel per la letteratura nel 2007.

 

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