Gabriele Romagnoli: You Tube Generation

12 Novembre 2007
Esistono gli universi paralleli. Non c’è bisogno di dimostrazioni scientifiche, è sotto gli occhi di tutti, a distanza di un clic. Molto di quel che accade è già avvenuto prima. E dopo essere accaduto può essere replicato all’infinito. La realtà è una profezia che si autoavvera. Nonché, spesso, uno spettacolo di seconda visione. Un momento incidentale tra la prova generale su You tube e le infinite riproposizioni in altri siti. È la messinscena di una sceneggiatura chiamata blog. Ha, con questi universi paralleli, un rapporto di dipendenza, a parti invertite. Non è la realtà a condizionarli, ma viceversa. Qualunque cosa esiste solo se può essere mostrata. E se la tv non viene da noi, noi andiamo alla tv. Non c’è ormai fatto di cronaca che non abbia un aggancio con questi mondi: l’assassino ha mostrato come preparava la strage su You Tube, la vittima è apparsa, la sera dell’omicidio, su Facebook, la polizia ha trovato indizi nel blog. Quali sono le ragioni che spingono un numero crescente di persone, sempre più giovani, verso questo altrove? La risposta, probabilmente, si chiama "SEM", acronimo che comprende Solitudine, Esibizionismo, Mercato. Tutte e tre le componenti esistono da tempo, ma nell’universo parallelo si coalizzano. Prendiamo il blog. In fondo è la versione contemporanea del diario. Il diario è, inevitabilmente, solitudine. Lo si scrive in prima persona, in una stanza chiusa, soli contro il mondo, confessando, analizzando, per abitudine adolescenziale, suggerimento del terapista, ossessione di documentare, almeno a se stessi.
Nella sua espressione primitiva il diario era segreto: un quaderno con il lucchetto, riposto in un cassetto chiuso a chiave, in una stanza nella quale era proibito l’ingresso. Violarne l’intimità era considerato peccato mortale, del genitore o del partner. Nella solitudine odierna si compilano blog. L’esibizionismo spinge a metterli in rete, a disposizione di chiunque. Tutti possono sapere non soltanto le opinioni politiche di Tizio.com, ma anche le peripezie sentimentali e sessuali di Caia.org. Se, in una qualsiasi sala chiedete di alzare la mano a chi è stato almeno una volta ripreso dalla televisione vedrete metà delle persone sollevarla. Le altre tengono un blog. È la rivincita degli esclusi. Di più: è la speranza di accedere al mercato. Gli editori solcano la rete in cerca di blog da trasformare in libri. I casi non mancano. E non si limitano al giovane che mandava dispacci da Bagdad in guerra, comprendono anche la ragazzina che racconta le sue esperienza sadomaso. Da sola che era, attraverso l’esibizionismo è arrivata al mercato. Il blog sta a You Tube come la carta stampata alla televisione. Quel che uno scrive sul blog può essere inventato, quel che mette su You Tube è filmato, documentato. Nessuno può negarlo. E allora, davvero, esiste solo se è su You Tube. Solitudine, Esibizionismo, Mercato, si diceva. Solitudine: intorno ad Ancona vivevano ragazzini incapaci di un vero rapporto con i genitori e i compagni. Esibizionismo: mettevano on line le loro attività sessuali, con o senza il consenso dei partecipanti. Scoperti, dicevano al magistrato: ‟Non mi sono divertito a farlo, ma a farlo sapere”. Mercato: le ragazzine consenzienti spiegavano: ‟L’ho fatto sperando che qualcuno mi notasse”. E le offrisse un qualunque spazio retribuito. Il mondo parallelo abbatte la Solitudine e crea rapporti altrimenti impossibili. Il massacratore della scuola finlandese era in contatto attraverso You Tube con un quattordicenne americano arrestato in ottobre, sospettato di aver preparato una simile strage. Nella realtà è difficile trovare qualcuno che condivida le stesse passioni e/o perversioni, nell’altrove basta indicarle al motore di ricerca. Ci si possono scambiare filmati dei propri gatti che si masturbano o dell’uso del mitragliatore contro soggetti inermi. Non c’è limite. Si abolisce ogni distanza, scavalca ogni differenza. Se è vero che note attrici passano ore su My Space cercando il compagno d’avventura che potrebbero trovare altrettanto facilmente nella realtà, il fatto straordinario è che un ragazzo comune, mettendo il proprio filmato sul web può finire a chattare e poi incontrare una star che aveva visto soltanto al cinema. Perché nell’altrove tutti diventano star. Esiste, anche, un mercato parallelo, che consente a uno sconosciuto di procurarsi più contatti di un divo, uscire dalla solitudine e, tramite l’esibizionismo, approdare al mercato. L’universo parallelo è circolare. Tutto si ripete all’infinito senza possibilità di distinzione, perché non esistono un prima, un poi, un luogo limitato. L’emulazione è il metodo, il perfezionamento lo scopo. Non ci sono valori né disvalori. La realtà è film, quindi ingiudicabile. Può succedere, come è successo, che due ragazzi mettano un pacchetto di caramelle Mentos in una bottiglia di Coca Light, la gettino per terra e, causa la reazione chimica all’interno, la facciano schizzare in aria come un razzo. E che questo gesto privo di ogni significato o apparente soddisfazione venga ripetuto e documentato innumerevoli volte e dovunque. O che altri due ragazzi decidano di fare una carneficina e mostrino i loro piani, i bersagli, i ridicoli slogan a supporto, con una fastidiosa colonna sonora d’accompagnamento. E che anche loro vengano imitati, davanti a una telecamera, nella realtà: c’è ancora differenza? Perfino il terrorista islamico mette sul sito il proprio testamento prima di farsi saltare o dello sgozzamento del nemico sequestrato. Anche nella sua cultura la realtà deve essere esibita per esistere, convincere, conquistare posizioni nel mercato delle idee. La generazione You Tube non è pericolosa perché usa questo mezzo, ma perché manda un messaggio: ‟Guardami, sono solo, non ho niente da dire, ma dedicami la tua attenzione, ascoltami, leggimi, comprami o ti sparo e poi, forse, mi sparo”.

Gabriele Romagnoli

Gabriele Romagnoli (Bologna, 1960) Giornalista professionista, a lungo inviato per “La Stampa”, direttore di “GQ” e Raisport è ora editorialista a “la Repubblica”. Narratore e saggista, il suo ultimo libro è …