Benni. In scena a Londra il suo misterioso Thelonious Monk
14 Novembre 2007
Stefano Benni continua ad affascinare lettori e spettatori anche in Gran Bretagna. Pochi mesi fa è uscita, con ottime recensioni e vendite, la traduzione inglese del suo penultimo romanzo, Margherita Dolcevita; in questi giorni torna nei teatri di Londra il suo spettacolo teatrale, Misterioso, un viaggio tra jazz e poesia ispirato dalla vita del grande musicista nero americano Thelonious Monk.
Lo spettacolo aveva esordito lo scorso anno nella capitale britannica al Camden Theater; ora riappare, in una versione più ricca e completa, dal 22 al 24 novembre, ai Riverside Studios, uno storico teatro londinese dove in passato recitarono anche Dario Fo e Franca Rame, dopo essere andato in scena anche al Trinity Theatre, alla presenza dell´autore, e al Tresle Arts Base, la settimana scorsa.
Misterioso ha già avuto grande successo in una lunga tournée in Italia. Qui a Londra, adattato e diretto dalla regista e cantante italiana Filomena Campus con la sua compagnia Theatralia, lo show porta sul palcoscenico due stelle del jazz contemporaneo come Guy Barker e Jean Toussaint.
È la storia, in versi e note musicali, non solo di Monk, il leggendario pianista jazz che trascorse gli ultimi anni della sua vita senza più pronunciare una sola parola, chiuso in un silenzio di protesta, ma anche più in generale della lotta dei musicisti jazz nell´America del maccartismo e della "caccia alle streghe", quando gli artisti sospettati di simpatie comuniste venivano messi nella lista nera o perseguitati.
Trent´anni dopo Bar Sport, e dopo la trentina di libri che Benni ha scritto dopo quello del suo esordio, Misterioso è una prova, come ha scritto il romanziere inglese Jonathan Coe, ‟dello straordinario talento e della poliedricità dell´autore”. Fece il tutto esaurito nel 2006 a Camden, ora si prevede lo stesso ai Riverside Studios.
Misterioso di Stefano Benni, Umberto Petrin
Stefano Benni legge. Umberto Petrin dialoga con lui, infilandosi fra le parole o prendendosi spazi. Né Benni né Petrin giocano a mettere didascalie. Tutti e due ‟sentono” Monk come un fantasma amico da interpretare, reinterpretare, contaminare, lasciar esplodere. Il dvd restituisce intatta la …