I giorni dopo Paula: la Allende si racconta
24 Gennaio 2008
Come ogni anno, questi sono giorni di grande agitazione per Isabel Allende. Sì, perché sa che dopodomani, l’8 gennaio, deve cominciare a scrivere un nuovo libro. Fa così da oltre un quarto di secolo, da quando cioè, esule in Venezuela, a Caracas, aveva iniziato una lunga lettera al nonno che sarebbe diventata La casa degli spiriti (1982). Sa anche, Isabel, che l’8 mattina riceverà la telefonata della sua agente e amica di Barcellona, Carmen Balcells, che ogni volta le chiede di leggerle le prime righe. È successo anche per questo La somma dei giorni, esattamente un anno fa. La scrittrice non aveva ancora chiaro cosa sarebbe stato questo libro, ma la Balcells aveva ribattuto: ‟Scrivi delle memorie”. È nato così La somma dei giorni, il seguito di Paula, l’autobiografia in forma di lettera indirizzata alla figlia morta nel dicembre del 92 dopo dodici mesi di coma, e pubblicata nel 1994. Qui, nel nuovo libro, la madre riprende il racconto dal giorno del funerale di Paula, e anno dopo anno, personaggio dopo personaggio, compone la storia della grande tribù nei quindici anni successivi perché la figlia, ormai puro spirito, continui a partecipare alla vita dei suoi cari. Scrive, Isabel, del suo rapporto con il marito americano, l’avvocato William Gordon (si erano conosciuti nell’86 e si sposarono pochi mesi dopo); del figlio Nicholas e dei tre bambini avuti da Celia, nonché del suo divorzio e del successivo matrimonio con Lori; di Ernesto, il marito di Paula, che finalmente si risposa; delle Sorelle del disordine, le amiche vicine e lontane con cui ha formato un gruppo di preghiera, di mutuo soccorso, di chiacchiere; della madre in Cile che ogni giorno sente al telefono; del suo maestro di spiritualità shinto, il giapponese Miki Shima; della grande amica Tabra, indomita hippy, innamorata di Che Guevara e disgustata dalla politica di Bush. Compaiono anche i figli di Willie, fuori che uno, Harleigh, che non ha voluto entrare nel libro. C’è Jason, che vuol diventare scrittore, ma soprattutto c’è Jennifer, la ragazza sfortunata che non riuscirà a tirarsi fuori dall’inferno della droga. Dall’ospedale alle prigioni, la sua vita scende tutti i gradini della desolazione. Sicuramente morta, anche se nessuno ha mai trovato i suoi resti, abita ormai nel mondo degli spiriti benevoli, accanto a Paula. La figlia, Sabrina, intanto, è stata adottata da una coppia di lesbiche buddiste. Quindici anni di grandi lavori: dopo Paula, pagato il tributo al lutto e allo strazio, la Allende riprende a scrivere. E il primo libro, Afrodita, per reazione, è un canto ai piaceri della vita, il cibo e il sesso. Sono gli anni dei due grandi romanzi californiani (la Allende, ormai cittadina americana, risiede a Sausalito, a nord di San Francisco): La figlia della fortuna sul periodo della corsa all’oro, e Ritratto in seppia, in cui - come in prequel - si scopre che la protagonista Paulina del Valle è l’antenata di Clara del Valle della Casa degli spiriti. Segue la trilogia per ragazzi, La città delle bestie, Il regno del Drago d’oro, La foresta dei pigmei, costruita con la complicità dei nipoti. Su commissione, poi, scrive Zorro. L’inizio della leggenda, ma si appassiona così tanto alla figura dello spadaccino (‟l’ho scritto pensando ad Antonio Banderas, l’attore che adoro”) che pensa di dargli un seguito. Infine, con Inés dell’anima mia, rintraccia la figura di una donna avventurosa nel Cile della Conquista spagnola. Sempre e comunque quello che conta è la voglia di raccontare storie. Grazie alle quali i fedelissimi lettori continuano a provare il piacere di perdersi in questo fiume di fatti veri, sogni, magie, personaggi storici e creature d’invenzione. Anche la storia familiare, dice la Allende, ha una trama romanzesca. ‟Tutte le vite possono essere raccontate come un romanzo, ognuno di noi è il protagonista della sua leggenda” si legge nella Somma dei giorni. E poi si chiede: ‟Ma i fatti sono accaduti come li ricordo e li racconto?”. L’essenziale è non interrompere mai il filo del racconto: ogni storia ha un suo senso, ogni figura contiene un messaggio, e ciascuno dei personaggi - veri o fittizi, che differenza fa - collabora a un disegno preordinato. Quello di indicare a chi scrive e a chi legge il cammino verso un’umanità migliore, più serena, più umana.
Isabel Allende
Isabel Allende è nata a Lima, in Perù, nel 1942, ma è vissuta in Cile fino al 1973 lavorando come giornalista. Dopo il golpe di Pinochet si è stabilita in …