Una bambina scomparsa nel nulla per parlare di amore e rimpianto. Coe su La pioggia prima che cada

17 Settembre 2007
‟Credo che all’inizio i lettori saranno stupiti dalle differenze rispetto alle mie opere precedenti. Ma poi si accorgeranno che ci sono molti temi da me affrontati in passato: l’amore non corrisposto, il rimpianto, le occasioni perse”. Jonathan Coe è venuto in Italia per presentare La pioggia prima che cada, il nuovo libro che Feltrinelli ha proposto in anteprima mondiale (222 pagine, 16 euro) e al suo arrivo a Roma ha spiegato cosa lo ha spinto a compone un romanzo interamente al femminile, in cui un’anziana signora lascia in eredità alle nipoti un pacco di foto e quattro cassette registrate nelle quali riassume le tappe principali della sua complessa biografia. ‟Ho costruito una storia che ha al centro un tenia preciso: la responsabilità dei genitori di non far sentire indesiderati i loro figli. Anche se la vicenda è per gran parte ambientata in anni lontani penso che l’argomento sia decisamente molto contemporaneo. Tanti problemi che affrontiamo oggi nascono dal disagio psichico di uomini o donne con un’infanzia infelice alle spalle”, precisa il narratore britannico giunto alla notorietà internazionale nel 1994 con La famiglia Winshaw, un volume nel quale riassumeva le contraddizioni dell’Inghilterra thatcheriana. Attraverso il racconto di Rosamond e del misterioso legame con una bambina che sembra scomparsa nel nulla Coe sottolinea il peso e il ruolo dei sentimenti nell’esistenza degli individui. ‟La vita è fatta di sentimenti, ma sono proprio i sentimenti a straziarci e a farci male nella loro ingovernabile libertà”, afferma. E aggiunge di essersi ispirato a Rosamond Lehmann, autrice di culto nel Regno Unito ma purtroppo poco nota in Italia. ‟La considero una delle migliori dell’intero Novecento”, aggiunge, ‟e sono stato influenzato soprattutto da un romanzo dove racconta la tragedia dì una donna che lascia il marito e alla quale viene portato via il figlio. Anche in quel caso, come in La pioggia prima che cada, Lehmann vuole farci capire che quando le relazioni sentimentali tra gli adulti finiscono a soffrirne sono in modo particolare i bambini”. Rispetto alle opere precedenti, il nuovo libro ha una struttura meno complessa, definita da Coe ‟all’insegna di una semplicità classica”. ‟Non volevo occuparmi più solo della vita sociale inglese ma catturare l’universalità di certe emozioni”, dice, ‟e desideravo sperimentare la narrativa in prima persona. Ecco perché ho scelto l’espediente di una protagonista che parla davanti a un registratore. Era una bella sfida provare a costruire un monologo così lungo, ma credo di essere riuscito a vincere la scommessa. Un’dea mi è venuta da Beckett e in questo senso il romanzo è un omaggio a L’ultimo nastro di Krapp”. Molti elementi del realismo caratteristico di Coe, abituato a intrecciare il privato dei personaggi con eventi pubblici significativi, sono rimasti anche in La pioggia prima che cada. ‟Alcune parti del libro”, conclude lo scrittore ‟possono chiarire al lettore italiano come si viveva nel Regno Unito dopo il secondo conflitto mondiale, quando il cibo era razionato e la vita si presentava difficile persino per le famiglie benestanti. Non dovremmo mai dimenticarlo, soprattutto oggi che il consumismo condiziona in maniera tanto pesante il nostro quotidiano”.

La pioggia prima che cada di Jonathan Coe

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