E' morto Tullio Kezich

17 Agosto 2009
Nato nella mitteleuropea Trieste, nel 1928, Kezich sviluppa già da giovanissimo l'attitutudine al giornalismo, e l'amore per la settima arte. Tanto che le sue prime collaborazioni con riviste risalgono al 1941. Ma è nel dopoguerra che queste inclinazioni si incanalano in un vero e proprio percorso professionale: prima nel settimanale Caleidoscopio, poi a Radio Trieste (per cui seguirà per anni la Mostra del cinema di Venezia), poi la rivista Sipario. Nel 1954 diventa redattore capo di Cinema nuovo. Tante recensioni, negli anni Quaranta-Cinquanta. E poi l'ingresso "vero" nel mondo del cinema:nel 1949 è segretario di produzione di Cuori senza frontiere di Luigi Zampa. Alcuni anni più tardi, nel 1961, partecipa alla lavorazione del Posto di Ermanno Olmi: e proprio col grande regista fonda la società "22 dicembre" che produce diversi film di qualità, nel periodo successivo. Tra cui I basilischi di Lina Wertmuller, I fidanzati dello stesso Olmi e L'età del ferro di Roberto Rossellini. Da non sottovalutare, poi, la sua attività di sceneggiatore: fra i tanti, il Delitto e castigo televisivo La leggenda del santo bevitore di Olmi, Leone d'oro a Venezia. Da segnalare anche il capitolo Rai. Perché a fine anni Sessanta, Kezich va a lavorare alla direzione generale di Viale Mazzini: non a caso, con lui in sella il servizio pubblico produce pellicole come San Michele aveva un gallo dei fratelli Taviani. Ma anche una fiction ultrapopolare come Sandokan. Ma non c'è solo il cinema, né solo la critica cinematografica (Kezich, negli anni successivi e fino a oggi, diventerà il recensore di Panorama, Repubblica e negli ultimi anni del Corriere della Sera). Perché l'altra sua grande passione è il teatro: tra le sue incursioni nel mondo del palcoscenico, ricordiamo l'addattamento della Coscienza di Zeno (del suo concittadino Italo Svevo); e quelli di altri capolavori della letteratura come Bouvard e Pécuchet di Flaubert e Il fu Mattia Pascal di Pirandello. Ma ci sono anche i suoi lavori originali: come L'americano di San Giacomo, scritta nel 1998 in dialetto triestino. E infine c'è la sua abbondante produzione libraria. Tanti volumi sul cinema (tra cui il recente Cento film, per Laterza, e Fellini: la vita e i film, per Feltrinelli), ma anche opere di narrativa. E in particolare, vale la pena leggere la biografia del regista delle Dolce vita, a cui fu particolarmente legato. E il suo attivismo non si ferma nemmeno negli ultimi anni, anche dopo la scoperta della malattia. E adesso, la morte: per volontà dello stesso Kezich, non ci saranno funerali e la salma sarà cremata. Fra i messaggi di cordoglio, da segnalare quello del "cinefilo" Walter Veltroni: "Ogni suo articolo accendeva dibattito e passione. Aveva anche una sconfinata memoria storica: Kezich ci mancherà".

Tullio Kezich

Tullio Kezich (1928-2009), autore di numerosi volumi e commediografo largamente rappresentato, è stato critico cinematografico al “Corriere della Sera”. Con Feltrinelli ha pubblicato la biografia di Fellini, Federico, nel 2002 …