Troppo umana speranza di Alessandro Mari ha vinto il "Premio Viareggio-Repaci" nella sezione “narrativa”.

24 Agosto 2011

"Colombino si guardò i piedi, infilati nei calzettoni di lana e negli zoccoli. Tre passi, e tutto sarebbe cominciato. Tre passi soltanto. Perché al primo si è solo partiti, al secondo si può ancora rinunciare, mentre al terzo è tardi, resta solo il tempo di guardarsi indietro." Prima metà del diciannovesimo secolo. Sullo sfondo di un'Italia che non è ancora una nazione, quattro giovani si muovono alla ricerca di un mondo migliore...
Troppo umana speranza di Alessandro Mari ha vinto il "Premio Viareggio-Repaci", giunto quest’anno alla LXXXII edizione, nella sezione narrativa. La premiazione si è tenuta venerdì 26 agosto a Viareggio.

Il romanzo
Prima metà del diciannovesimo secolo. Sullo sfondo di un'Italia che non è ancora una nazione, quattro giovani si muovono alla ricerca di un mondo migliore: un orfano spronato dalla semplicità che è dei contadini e dei santi; una donna, sensi all'erta e intelligenza acuta, avviata a diventare una spia; un pittore di lascive signore aristocratiche che batte la strada nuova della fotografia; e il Generale Garibaldi visto con gli occhi innamorati della splendente, sensualissima Aninha.
Siamo di fronte a un'opera che si muove libera nella tradizione narrativa otto-novecentesca – europea e americana. Racconta, esplora documenti, inventa, gioca e tutto riconduce, con sicuro talento, a un solo correre fluviale di storie che si intrecciano e a un sentimento che tutte le calamita.

Alessandro Mari scrive un grande romanzo sulla giovinezza. La giovinezza del corpo, della mente, di una nazione. Una grande storia popolare.

Troppo umana speranza di Alessandro Mari

“Era incredibile, quanto gli italiani sapessero dimostrarsi sfaticati e poi tramutarsi in arcangeli di zelo!” Prima metà del diciannovesimo secolo. Sullo sfondo di un’Italia che non è ancora una nazione, quattro giovani si muovono alla ricerca di un mondo migl…