Le tipiche buffonate all´italiana sulle caricature a Siracusa e il tipico «diktat» tedesco sui capelli tinti di Gerhard Schröder possono ispirare pensose o ridicole riflessioni? O caratteristici «ukase» per ottenere la par condicio sia da Vespa sia da Aristofane, sia al Bagaglino e sia alla Curva Sud?
Che ne diranno gli habitués di Montecitorio, avvezzi a frotte di testoline politiche vistosamente tinteggiate di color mogano o palissandro, proprio lì nella barbieria degli onorevoli?... E che ne diranno gli utenti del Maggio Fiorentino, davanti a opere «medio-orientali» come I Troiani e Il ratto dal serraglio senza neanche una caricatura di Sharon o Arafat nello scenario?... E i trasgressisti della provocazione, del revisionismo, del «politically correct», se nelle manifestazioni di satira politica mancano le icone di Cofferati e Parisi e Rutelli? Uno spettacolo teatrale parlato è o non è un «talk show»?
Quanti vasti e sottili «distinguo», nella libertà e nelle limitazioni, fra satira, caricatura, canzonatura, buffonata, pagliacciata, paraculata, baggianata, battuta, vignetta, pochade... Libertà completa anche per la satira sui capelli tinti? E per tutti i graffiti spray dei "writers" lodati dai critici che si sono entusiasmati in subway e nel Bronx?... Anche quando sono «ultrà» per niente «correct»?... E quando la satira diventa un´industria, con zero investimenti e alti profitti?...
... Ma se poi la libertà di satira si risolve in propaganda elettorale, magari contro l´Opposizione?... E quando la commedia si risolve (contro le regole) in tragedia, va censurata perché fa piangere e non ridere? O va incoraggiata?... E se invece è diritto di cronaca (in contrasto con la privacy) perché riguarda malattie che possono determinare avvicendamenti ai vertici economici e politici?... Altro che tinture e shampoo.
Alberto Arbasino

Alberto Arbasino

Alberto Arbasino, nato a Voghera nel 1930 si è laureato in Diritto Internazionale all'Università di Milano, è giornalista, saggista, critico musicale e scrittore di vasta cultura, di forte impegno civile e di salda intransigenza morale. Membro del Gruppo '63, ha collaborato con alcune importanti riviste come ‟L'illustrazione italiana”, ‟Officina”, ‟Il Mondo”, ‟Tempo presente”, ‟Il Verri”, e il quotidiano ‟La Repubblica”. La sua produzione narrativa e saggistica ci ha abituati a spregiudicate analisi della società e della cultura contemporanea. Della sua ricca e varia produzione, Feltrinelli ha pubblicato tra l’altro: L’anonimo lombardo, Fratelli d’Italia, Certi romanzi, La maleducazione teatrale. Strutturalismo e drammaturgia, Super-Eliogabalo, Sessanta posizioni e, più di recente, Rap! (2001, Premio nazionale Flaiano per la satira 2002) e Rap 2 (2002). Al commento politico e alla critica degli avvenimenti contemporanei ha dedicato dei saggi molto discussi come Fantasmi italiani, In questo stato (sul caso Moro), Un paese senza, Paesaggi italiani con zombi.

 

 

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