Il bel dialogo tra Benni e la musica
10 Novembre 2002
Quando é iniziata la decadenza che ci fa vivere in un mondo globalizzato,
corrotto, inquinato e incline alla guerra? E come si é esaurita la fantasiosa
libertà dei "favolosi" anni Sessanta? Lo scrittore Stefano Benni non
ha dubbi. L´inizio di tutti i guai é coinciso con due eventi luttuosi: lo
scioglimento dei Beatles e, dieci anni più tardi, la morte di John Lennon. E´
così che venerdì sera al Teatro dal Verme, per il concerto d´avvio della
rassegna "Note di Viaggio" (progettata da Mario Brunello), l´autore
ha iniziato a raccontare una divertente storia semibiografica, giocata
sull´ironia e la provocazione. Il ritratto di un giovane bolognese in cerca di
lavoro nella Londra dei Beatles, tra fabbriche "dickensiane" in
mattoni rossi e fanciulle che abbandonano la giusta causa musicale del quartetto
di Liverpool per fuggire con Mick Jagger. Di fronte ad un pubblico compiacente,
ma esiguo, l´Orchestra d´Archi Italiana ha quindi sfatato il cliché della
povertà musicale britannica con tre lavori fra modernismo, avanguardia e idiomi
popolari: la Simple Symphony di Benjamin Britten, selezione di canzoni dei
Beatles (trascritte con una certa originalità da Stefano Nanni) e il suggestivo
The protecting veil del contemporaneo John Tavener, che ha trovato nel
violoncello solista di Mario Brunello un interprete in stato di grazia.
Toccante, espressivo, disposto a trovare sfumature impercettibili di suono. Ma
il concerto, che segnava in apertura anche una mediocre clonatura narrativa in
stile Baricco (declamata da Eric Minetto della "Scuola Holden"), ha
messo in luce la musicalità straripante e l´efficacia direttoriale del
violista Danilo Rossi. A suo agio anche nel bis: una trascrizione da The dark
side of the moon dei Pink Floyd.
Stefano Benni
Stefano Benni è nato a Bologna nel 1947. Con Feltrinelli ha pubblicato: Prima o poi l’amore arriva (1981), Terra! (1983), Stranalandia, con disegni di Pirro Cuniberti (1984), Comici spaventati guerrieri …