Sebastiano Maffettone: La politica giusta dell'americano John Rawls

23 Gennaio 2003
Nel prossimo numero della ‟rivista Reset”, in arrivo in edicola a fine gennaio, tra gli altri argomenti trattati, sarà ricordato John Rawls, il grande filosofo della politica scomparso, all’età di ottantuno anni, il 25 novembre 2002. La rivista ospiterà una testimonianza di Salvatore Veca in memoria del filosofo americano autore del celebre Giustizia come equità e un lungo articolo di Sebastiano Maffettone, del quale, qui sotto, anticipiamo un brano. Nessun filosofo ha influenzato tanto lo studio della politica, dai tempi di Thomas Hobbes, quanto John Rawls. La sua recente scomparsa rappresenta una perdita straordinaria per la filosofia politica in generale, e in particolare per quanti, come me e altri, hanno avuto la fortuna di conoscerlo e frequentarlo negli anni, traendone una lezione di vita e di pensiero ineguagliabile. Dalla pubblicazione, nel 1971, di Una teoria della giustizia di John Rawls non solo si è riacceso l'interesse per la filosofia politica - tra i suoi cultori abituali e anche tr a studiosi di diritto, economia, psicologia, sociologia - ma ne sono cambiati il vocabolario e la sostanza, cominciando dall’universo accademico in lingua inglese, per poi espandersi prima in tutto il mondo occidentale, e poi anche al di là dei suoi confini, dal Sud America all’Asia. È sempre difficile esaminare le ragioni di un successo intellettuale così clamoroso, ma - nel caso di Rawls - si può essere certi che questo risultato non è indipendente dalle sue caratteristiche personali. John Rawls, «Jack» come lo chiamavano gli amici, era un uomo di assoluta integrità morale e professionale, capace di prestare un’attenzione straordinaria tanto ai dettagli di un argomento filosofico quanto ai suoi aspetti più generali, in grado di dare un contributo intellettuale di alto livello non solo ai suoi allievi diretti, ma anche a quanti fossero venuti a contatto con la sua persona e con il suo lavoro. Caratteristica e indimenticabile era anche la sua modestia, un tratto della sua personalit à che colpiva tutti e che in parte dipendeva da un’assoluta dedizione al grande compito intellettuale che si era prefisso. Quest’ultimo - volendo anticiparne il senso in poche parole - consisteva nel tentativo di fornire le ragioni profonde di un ordine sociale giusto, le uniche in grado di conciliare una vita degna di essere vissuta con le esigenze della collettività. John (Jack) Bordley Rawls era di origine un membro della «upper class» degli stati del Sud, e i suoi eroi sono sempre stati Abraham Lincoln e Immanuel Kant. Di sicuro, la sua vita pratica assomigliava più a quella di Kant che a quella di Lincoln, ma da quest’ultimo aveva ereditato un radicato senso di giustizia, ritenendo inoltre la schiavitù il caso paradigmatico dell’ingiusto. Era nato a Baltimora, nel Maryland, il 21 febbraio 1921, secondo di cinque figli di William Lee e Ann Abell Stump. La famiglia Rawls era benestante e veniva dal Sud degli Stati Uniti, dove il nonno di Rawls era stato un prospero banchiere a G reenville (North Carolina). Il trasferimento della famiglia a Baltimora era dovuto all’esigenza di vivere in prossimità di un grande ospedale, come era il Johns Hopkins di Baltimora, per meglio curare la tubercolosi da cui erano afflitti sia il nonno che il padre di Rawls. (...) Dopo la High School, Jack seguì suo fratello maggiore Bill a Princeton. Durante il suo primo semestre a Princeton, la Germania attaccò la Polonia, e molti studenti si sentirono già pienamente immersi nell’atmosfera bellica. Rawls non ebbe dubbi sulla necessità da parte degli Stai Uniti di difendere la Gran Bretagna contro Hitler. I suoi primi insegnanti di filosofia furono Walter T. Stace, David Bowers e Norman Malcolm. Di questi, senza dubbio Malcolm, un noto stu dioso di Wittgentein, ebbe nel tempo la maggiore influenza, anche se Stace fece corsi sull’utilitarismo e il Kant etico che non mancarono di lasciare traccia duratura. Nel gennaio 1943, si laureò summa cum laude in filosofia. Nel febbraio di quello stesso anno, Rawls andò in guerra, e servì il suo Paese, dopo un breve corso di istruzione, nel 128° Reggimento di fanteria, prima in Nuova Guinea, poi nelle Filippine e infine nelle truppe che occupavano il Giappone. La sua carriera nell’esercito fu, a suo stesso dire, «singularly undistinguished», contrariamente a quella del fratello maggiore in aeronautica, anche se in essa trovò spunto in seguito per un importante saggio contro la bomba atomica. Nel 1946 andò a Princeton, e, dopo un breve soggiorno a Cornell (dove c’era Malcolm e anche Max Black), tornò a Princeton, dove dal 1948 cominciò a scrivere la Dissertazione per il Ph.D., sotto la supervisione di Stace. La Dissertazione tratta temi di epistemologia morale, nell’ottica del rapporto tra teoria morale e intuizioni, anticipando quello che diventerà dopo il concetto di «equilibrio riflessivo». Nel 1948, Rawls conobbe, per poi sposarla l’anno successivo, quella che sarebbe diventata la sua compagna di vita, Margaret (Mardy) W arfield Fox, destinata nel tempo a diventare una brava pittrice per suo conto nonché sempre più importante anche nella redazione e nella concezione delle maggiori opere di Rawls. (...)

John Rawls

John Rawls (1921-2002), considerato tra i massimi filosofi politici del Ventesimo secolo, è stato professore emerito alla Harvard University, dove ha insegnato dal 1962 al 1991. Tra i suoi testi …