La privacy e il Grande fratello globale

12 Settembre 2003
Vivere nel mondo digitale è come camminare su un lungo tappeto bianco con scarpe intinte nella pece. L´allarme sul livello di guardia sullo "spionaggio" subito quotidianamente dai cittadini di tutto il pianeta viene da Sidney, Australia, dove ieri è iniziato il convegno mondiale dei garanti della privacy. Carte di credito, telepass, cellulari, Internet - per citare i casi più banali - sono attività che lasciano tracce visibilissime del nostro passaggio. Che possono essere usate contro di noi. «Stiamo vivendo in un´epoca cruciale per la definizione e la difesa della privacy - ha detto il garante italiano Stefano Rodotà -. Dobbiamo capire come garantire libertà e privacy senza ostacolare i tre grandi nodi del giorno d´oggi, cioè la sicurezza nazionale e lo sviluppo di imprenditoria e tecnologia». Sacrificando troppo la privacy, ha detto Rodotà, si rischia di andare verso una società divisa in caste, dove il posto di lavoro o la copertura sanitaria potrebbero essere messi a rischio dalla distribuzione di dati genetici che rivelano la tendenza a particolari malattie. «Negli Usa - argomenta il garante - test gratuiti per il cancro al seno sono stati evitati dal 30% delle donne, perché la compagnia chiedeva in cambio le generalità del paziente e le donne temevano che quei dati finissero in mano a compagnie di assicurazioni o al proprio datore di lavoro».
La consapevolezza dei rischi di abuso nel trattamento dei dati personali è sempre più forte. Negli Stati Uniti, sulla scia emotiva degli attentati dell´11 settembre, si sono fatte passare legislazioni particolarmente invasive. Come il contestatissimo Total Information Awareness, la banca dati unica per raccogliere informazioni personali sui cittadini di tutto il mondo con lo scopo dichiarato di individuare "comportamenti sospetti". Un progetto che proprio ieri il suo ideatore John M. Poindexter, costretto a dimettersi dopo ripetute salve di critiche, difendeva sulle pagine del New York Times, temendo che le modifiche proposte dal Senato lo renderanno completamente inutile.
Intanto, incurante del dibattito nazionale, lo Stato della Florida va avanti nel cercare di mettere in piedi un database unico che peschi sia da fonti istituzionali che commerciali mentre, la settimana scorsa, ha dovuto smantellare (per le lamentele dei militanti dei diritti civili) un sistema di riconoscimento facciale nel principale stadio cittadino che scattava e archiviava in automatico foto di ogni spettatore. Tuttavia le tecnologie "ficcanaso" si moltiplicano e diventano sempre più buon mercato. E´ il caso dei telefonini muniti di videocamere, già messi fuori legge dalla maggior parte degli spogliatoi di palestre e piscine australiane. Oppure delle cosiddette "etichette intelligenti", i minuscoli chip inseriti nelle merci più diverse che, sostituendo i codici a barre, fornirebbero via onde radio informazioni sui prodotti rendendoli rintracciabili anche una volta usciti dal negozio. A versare benzina sul fuoco arriva il rapporto della Federal Trade Commission di pochi giorni fa: si calcola che siano stati 10 milioni gli americani vittime, nel solo 2002, di un qualche tipo di "furto di identità", dall´appropriazione degli estremi delle carte di credito al codice fiscale. Una cifra enorme, che racconta del saccheggio di uno dei beni più preziosi: i brandelli biografici delle persone.

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