Enrico Franceschini: I "gioielli" della magia nera trionfano da Sotheby's

21 Novembre 2003
Londra - C'era un pubblico un po' particolare ieri mattina da Sotheby's, la casa d'aste più famosa del mondo, tra le gioiellerie e le boutique di Bond street, nella via londinese del lusso e dell'eleganza. C'era un uomo con la barba nera, lo sguardo fiammeggiante, e una curiosa zampa di coniglio all'occhiello. Una vecchietta dai capelli grigi, ingobbita sotto uno scialle troppo grande, che non smetteva di sogghignare. Una giovane pallidissima, che strabuzzava gli occhi in preda a un tic incontrollabile. Un signore con monocolo e bastone, avvolto in un mantello nero. E a forza di osservarli, al cronista sembrava che i membri del pubblico si somigliassero un po' troppo: le stesse orecchie appuntite, le stesse sopracciglia folte, lo stesso profilo rapace... O è la fantasia del cronista ad averli visti così?
Del resto, se il pubblico poteva sembrare un po' anomalo, l'asta era decisamente fuori dal comune: perché stavolta Sotheby's non esibiva capolavori impressionisti, mobili d'antiquariato o preziosi strumenti musicali, ma la più importante raccolta di libri di stregoneria e occultismo mai messa in vendita. Più di cinquecento titoli, selezionati dalla collezione privata del defunto Robert Lenkiewicz, eccentrico pittore e ancora più eccentrico collezionista, che aveva accumulato in una chiesa sconsacrata di Plymouth, sulla costa meridionale dell'Inghilterra, una straordinaria biblioteca di magia nera. Testi rarissimi, pubblicati dal Cinquecento all'Ottocento, in latino, ebraico, tedesco, italiano, francese, inglese, provenienti da ogni angolo del pianeta. Basta una scorsa al catalogo, illustrato da immagini di demoni, streghe, sabba infernali, per farsi un'idea. La vendita ha fruttato circa un milione di euro. L'opera più cara, un trattato sui malefici, è stata battuta a 120 mila.
C'è una copia del 1520 di "De secretis secretorum" di Aristotele. C'è "De natura deemonum" di Giovanni Lorenzo D'Anania, pubblicato nel 1589. C'è un volume intitolato "Exorcismo mirabile da disfare ogni sorta de Maleficii e da cacciare li demonii", stampato a Verona nel 1515. C'è "La veritable magie noire", tradotto dall'ebraico al francese, del mago Iroe-Greco, apparso nell'anno 1750 a Parigi. C'è "De occulta philophis" di Cornelius Agrippa, del 1533, che ha per sottotitolo "la magia è una virtù meravigliosa, la più perfetta delle scienze, contenente la contemplazione delle cose più segrete". C'è un trattato del 1672 di Meric Casaubon su "spiriti, streghe e operazioni sovranaturali". C'è una prima edizione del 1651 del famoso "Leviathan" di Thomas Hobbes, un trattato del 1584 di Paracelsus su "de summis naturae mysteriis", uno studio sulla stregoneria del 1487 di Jacobus Sprenger intitolato "malleus maleficarum", pieno di appunti a mano in latino e in tedesco.
I prezzi di partenza variavano da alcune centinaia a ventimila sterline a volume, moltiplicati dai rilanci del pubblico in sala e dei collezionisti che partecipavano all'asta per telefono. Evidentemente l'occultismo ha ancora un mercato.

Enrico Franceschini

Enrico Franceschini (Bologna, 1956), giornalista e scrittore, è da più di trent'anni corrispondente dall’estero per “la Repubblica”, per cui ha ricoperto le sedi di New York, Washington, Mosca, Gerusalemme e …