Marina Forti: Breve la felice vita delle cicale
04 Giugno 2004
A metà maggio, il sito cicadamania.net ha cominciato a fremere di nuovi messaggi. "Ho visto tre cicale stamane!", scrive un tale "dp" da Potomac, Maryland, Stati uniti orientali: "Per tutta la sera ieri il mio cane era impazzito, scavava ovunque. È eccitato. Stanno arrivando". Stanno arrivando, anzi: sono arrivate: "La nostra casa è vecchia di 60 anni e il terreno circostante ne è ricoperto. Buffo vedere mia moglie, che non aveva mai sperimentato le cicale, correre verso la macchina riparandosi sotto l'ombrello", scrive un certo Dan da Silver Spring, Maryland. Poi le foto: istantanee da decine di giardinetti di casette suburbane della costa est degli Stati uniti coperti di cicale. Non le solite, però, ed è questo l'evento: le cicale arrivate in questi giorni compaiono solo ogni 17 anni. Sono note agli entomologi come brood X, "nidiata dieci". Le "cicale periodiche" sono uno dei più strani fenomeni di natura. In nord America alcuni gruppi hanno un ciclo di vita di 13 anni, altre di 17. Ciascun gruppo o "nidiata" ha la sua distribuzione geografica e il suo calendario: così entomologi e appassionati sanno quando e dove comparirà quale gruppo. La "nidiata dieci" però è speciale: è gigantesca, la più grande. Include tre specie, la Magicicada septendecima, la M. cassini e la M. septendecula. Da oltre un mese la stampa americana ne parla. "Riparatevi", scherzava il 12 aprile ‟Usa Today”. "E' il momento - l'invasione è pronta", avvertiva quel giorno il ‟Savannah Morning News” (Georgia). "Sono arrivate. Siete pronti?", chiedeva il ‟National Geografic News” l'11 maggio.
Eccole, dunque: dalla Georgia settentrionale fino allo stato di New York e a est fino all'Indiana e parte dell'Illinois. Le cicale periodiche emergono dal terreno quando la temperatura raggiunge i 18 gradi Celsius. Emergono come crisalidi, lunghe tre o quattro centimetri, e subito si attaccano a qualunque cosa verticale: la cosa più naturale sarebbe il tronco di un albero ma vanno bene anche staccionate, pali, muri, pietre tombali. Là in poche ore si trasformano in adulti: l'esoscheletro cade a terra ed emerge la cicala biancastra, le ali semitrasparenti si rafforzano alla luce del sole, il corpo di colora e fa una nuova corazza - le magicicada si distinguono per le striature verdi e arancione e gli occhi rossi. A quel punto si spostano sugli alberi (di cui succhiano la linfa per nutrirsi) e si dedicano all'attività principale della loro vita alla luce del sole: cercano un compagno/compagna per accoppiarsi (cosa non difficile, con una densità di popolazione che può raggiungere il milione e mezzo di individui per acro, pari a 0,4 ettari). E' per attirare le femmine che i maschi cantano con quel suono metallico e continuo che può far impazzire. L'ultimo atto di questa breve vita, tre o quattro settimane in tutto, è deporre le uova: una femmina cicala può lasciare tra 5 e 600 uova in piccoli nidi scavati nella corteccia degli alberi. L'adulto allora muore; le uova dopo dieci settimane cadono sul terreno, dove la crisalide si scava una via e torna sottoterra: per 17 anni vivrà succhiando le radici degli alberi, fino al momento di tornare al sole.
L'invasione delle cicale suscita grandi odii e grandi amori (c'è chi programma campeggi e pic-nic per seguirle). Per gli entomologi, le cicale periodiche sono un mistero affascinante. Nessuno ancora sa come facciano a sincronizzare il ciclo di vita su 17 anni, quale sorta di "orologio biologico" le avverta che è ora di uscire dal terreno. Molti però pensano che questo ciclo sia una strategia di sopravvivenza della specie. Le cicale infatti sono del tutto indifese. Non pungono, non hanno veleno, non possono colpire. La loro comparsa diventa una festa per tutti i possibili predatori, serpenti, uccelli, perfino umani (all'occidentale medio sembrerà poco appetibile ma i nativi d'America se ne cibavano e sui siti web circolano ricette). I predatori però sono colti di sorpresa dall'improvvisa abbondanza: dopo qualche giorno di abboffata sono sopraffatti dalla quantità. E per quante ne siano state mangiate, restano pur sempre miliardi di cicale per assicurare la generazione successiva.
Eccole, dunque: dalla Georgia settentrionale fino allo stato di New York e a est fino all'Indiana e parte dell'Illinois. Le cicale periodiche emergono dal terreno quando la temperatura raggiunge i 18 gradi Celsius. Emergono come crisalidi, lunghe tre o quattro centimetri, e subito si attaccano a qualunque cosa verticale: la cosa più naturale sarebbe il tronco di un albero ma vanno bene anche staccionate, pali, muri, pietre tombali. Là in poche ore si trasformano in adulti: l'esoscheletro cade a terra ed emerge la cicala biancastra, le ali semitrasparenti si rafforzano alla luce del sole, il corpo di colora e fa una nuova corazza - le magicicada si distinguono per le striature verdi e arancione e gli occhi rossi. A quel punto si spostano sugli alberi (di cui succhiano la linfa per nutrirsi) e si dedicano all'attività principale della loro vita alla luce del sole: cercano un compagno/compagna per accoppiarsi (cosa non difficile, con una densità di popolazione che può raggiungere il milione e mezzo di individui per acro, pari a 0,4 ettari). E' per attirare le femmine che i maschi cantano con quel suono metallico e continuo che può far impazzire. L'ultimo atto di questa breve vita, tre o quattro settimane in tutto, è deporre le uova: una femmina cicala può lasciare tra 5 e 600 uova in piccoli nidi scavati nella corteccia degli alberi. L'adulto allora muore; le uova dopo dieci settimane cadono sul terreno, dove la crisalide si scava una via e torna sottoterra: per 17 anni vivrà succhiando le radici degli alberi, fino al momento di tornare al sole.
L'invasione delle cicale suscita grandi odii e grandi amori (c'è chi programma campeggi e pic-nic per seguirle). Per gli entomologi, le cicale periodiche sono un mistero affascinante. Nessuno ancora sa come facciano a sincronizzare il ciclo di vita su 17 anni, quale sorta di "orologio biologico" le avverta che è ora di uscire dal terreno. Molti però pensano che questo ciclo sia una strategia di sopravvivenza della specie. Le cicale infatti sono del tutto indifese. Non pungono, non hanno veleno, non possono colpire. La loro comparsa diventa una festa per tutti i possibili predatori, serpenti, uccelli, perfino umani (all'occidentale medio sembrerà poco appetibile ma i nativi d'America se ne cibavano e sui siti web circolano ricette). I predatori però sono colti di sorpresa dall'improvvisa abbondanza: dopo qualche giorno di abboffata sono sopraffatti dalla quantità. E per quante ne siano state mangiate, restano pur sempre miliardi di cicale per assicurare la generazione successiva.
Marina Forti
Marina Forti è inviata del quotidiano "il manifesto". Ha viaggiato a lungo in Asia meridionale e nel Sud-est asiatico. Dal 1994 cura la rubrica "TerraTerra" che riporta storie quotidiane in …