Lorenzo Cremonesi: Sicurezza, richiamati gli italiani della Cpa. "Ma torneranno"
16 Giugno 2004
E adesso tutti a casa. E’ perentorio l’ordine della Farnesina alla ventina di italiani che sino a ora ha lavorato nell’ambito della Coalizione provvisoria (Cpa) guidata dagli americani per governare l’Iraq.
Una fuga? "No, solo una vacanza precauzionale, poi gli italiani torneranno, ma con un altro incarico. Sino a oggi hanno fatto parte dell’amministrazione che ha retto il Paese. Da luglio diventeranno consiglieri del nuovo governo iracheno. Saranno impiegati nelle stesse aree dove hanno lavorato: sanità, trasporti, cultura, educazione, economia", spiegano alla sede della delegazione diplomatica speciale a Bagdad.
Il motivo della partenza? "Prevediamo la crescita delle violenze con l’avvicinarsi del 30 giugno. Ogni occidentale è a rischio, meglio lasciare passare questa fase tanto delicata". Nel frattempo l’intera struttura della presenza italiana nel Paese verrà cambiata. Ci sarà un nuovo ambasciatore: dovrebbe venire scelto dal consiglio dei ministri prima del fine settimana in una rosa di tre diplomatici di grande esperienza già individuati. I diplomatici nell’ambasciata passeranno dagli attuali tre a quattro. Il capo delegazione, Gianludovico De Martino, dopo quattro anni e mezzo di lavoro a Bagdad dovrebbe partire. Ma non è escluso possa tornare a dirigere il gruppo di esperti che verranno affiancati al nuovo governo.
E qui la novità. La presenza italiana si divide in due parti autonome. "Nella sede dell’ambasciata si farà normale attività consolare e diplomatica. Ma i consiglieri del governo opereranno dagli uffici che si stanno approntando per loro nel compoud superprotetto dei palazzi presidenziali, dove al momento si trova il comando americano e l’ufficio del governatore Paul Bremer".
Da qui si coordinerà anche l’attività commerciale tramite gli uffici dell’Istituto nazionale per il commercio estero. A dire il vero per ora gli scambi languono.
Lo smantellamento della Coalizione Provvisoria di Nassiriya vedrà infine l’arrivo di un political advisor . "Sarà un uomo della Farnesina e avrà il compito di coadiuvare il contingente militare italiano, specie nei rapporti con il nuovo governo locale", aggiungono ancora a Bagdad.
Una fuga? "No, solo una vacanza precauzionale, poi gli italiani torneranno, ma con un altro incarico. Sino a oggi hanno fatto parte dell’amministrazione che ha retto il Paese. Da luglio diventeranno consiglieri del nuovo governo iracheno. Saranno impiegati nelle stesse aree dove hanno lavorato: sanità, trasporti, cultura, educazione, economia", spiegano alla sede della delegazione diplomatica speciale a Bagdad.
Il motivo della partenza? "Prevediamo la crescita delle violenze con l’avvicinarsi del 30 giugno. Ogni occidentale è a rischio, meglio lasciare passare questa fase tanto delicata". Nel frattempo l’intera struttura della presenza italiana nel Paese verrà cambiata. Ci sarà un nuovo ambasciatore: dovrebbe venire scelto dal consiglio dei ministri prima del fine settimana in una rosa di tre diplomatici di grande esperienza già individuati. I diplomatici nell’ambasciata passeranno dagli attuali tre a quattro. Il capo delegazione, Gianludovico De Martino, dopo quattro anni e mezzo di lavoro a Bagdad dovrebbe partire. Ma non è escluso possa tornare a dirigere il gruppo di esperti che verranno affiancati al nuovo governo.
E qui la novità. La presenza italiana si divide in due parti autonome. "Nella sede dell’ambasciata si farà normale attività consolare e diplomatica. Ma i consiglieri del governo opereranno dagli uffici che si stanno approntando per loro nel compoud superprotetto dei palazzi presidenziali, dove al momento si trova il comando americano e l’ufficio del governatore Paul Bremer".
Da qui si coordinerà anche l’attività commerciale tramite gli uffici dell’Istituto nazionale per il commercio estero. A dire il vero per ora gli scambi languono.
Lo smantellamento della Coalizione Provvisoria di Nassiriya vedrà infine l’arrivo di un political advisor . "Sarà un uomo della Farnesina e avrà il compito di coadiuvare il contingente militare italiano, specie nei rapporti con il nuovo governo locale", aggiungono ancora a Bagdad.
Lorenzo Cremonesi
Lorenzo Cremonesi (Milano, 1957), giornalista, segue dagli anni settanta le vicende mediorientali. Dal 1984 collaboratore e corrispondente da Gerusalemme del “Corriere della Sera”, a partire dal 1991 ha avuto modo …