Enrico Franceschini: Coca Cola, bufera sul business dell'acqua di rubinetto filtrata

18 Giugno 2004
La formula della Coca-Cola è uno dei segreti meglio custoditi del pianeta: nessuno, al di fuori dell'azienda, conosce l'esatta miscela di ingredienti che danno alla bevanda il suo inimitabile gusto. In compenso, ieri in Inghilterra si è scoperto cosa c'è dentro le bottigliette di acqua minerale naturale "Dasani", il più recente prodotto della ‟Coca-Cola Company”, lanciato alcuni mesi fa in Gran Bretagna. Con un nome che suggerisce igiene e salute, in stilizzate bottigliette di colore azzurro, la "Dasani" era rapidamente salita ai vertici del mercato, ma adesso potrebbe avere fatto uno scivolone: dopo un'indagine dell'associazione per la difesa dei consumatori, la ‟Coca-Cola” ha dovuto ammettere che la sua formidabile acqua minerale è nient'altro che acqua di rubinetto, proveniente dall'acquedotto pubblico della contea del Kent. È vero che, prima di essere imbottigliata, viene sottoposta a un processo di purificazione altamente sofisticato, lo stesso usato dalla Nasa per purificare i fluidi sulle navette spaziali. Ma mezzo litro di "Dasani" costa 95 pence (quasi un euro e mezzo), e mezzo litro di acqua di rubinetto del Kent costa 0,03 pence, circa 1350 volte di meno: un guadagno non indifferente per la società americana. O, da un altro punto di vista, una clamorosa presa in giro per la gente. La storiella è finita sulla prima pagina di tutti i giornali del Regno Unito, offuscando la campagna pubblicitaria da 7 milioni di sterline della ‟Coca-Cola” per reclamizzare il prodotto. L'azienda di Atlanta ribatte alle accuse di imbroglio sottolineando che all'acqua (di rubinetto) "Dasani" aggiunge una serie di minerali, calcio, magnesio, bicarbonato di sodio, per migliorarne il gusto. Fa inoltre notare che il valore di un'acqua minerale non deriva tanto dalla fonte, "alla fin fine tutta l'acqua viene dallo stesso posto", ma da come viene successivamente trattata e purificata. Del resto, anche negli Stati Uniti la "Dasani" proviene "dalle forniture municipali", ossia dai rubinetti, ma è lo stesso la seconda acqua in bottiglia più venduta degli Usa. Sarà. Ma non è detto che gli inglesi reagiscano come gli americani all'idea di pagare per bere qualcosa che potrebbero ricevere praticamente gratis, comodamente a casa propria. "Ecco la prova che la nostra acqua è di eccellente qualità", commenta Barrie Clarke, direttore della ‟Water Uk”, l'azienda dell'acqua potabile britannica. "Per bere acqua salutare non importa spendere, basta girare la manopola del rubinetto".

Enrico Franceschini

Enrico Franceschini (Bologna, 1956), giornalista e scrittore, è da più di trent'anni corrispondente dall’estero per “la Repubblica”, per cui ha ricoperto le sedi di New York, Washington, Mosca, Gerusalemme e …