Giorgio Bocca: Bambini diabolici che giocano con la bomba

09 Luglio 2004
La proliferazione atomica continua: anche l'Iran degli ayatollah ha stanziato 5 miliardi di dollari per avere la bomba. Cristiani, buddisti o islamici non c'è differenza, tutti irresistibilmente vogliono entrare nel gioco infantile e diabolico.
Lo abbiamo pensato parecchi anni fa quando De Gaulle volle, fortissimamente volle, gli esperimenti di Mururoa affinché anche la Francia avesse la sua bomba e i suoi missili intercontinentali che, in caso di guerra, sarebbero stati come un peto nel tuono dei mille missili e delle mille bombe americane e sovietiche. Eppure il generale Charles De Gaulle era scespirianamente uomo d'onore, padre dell'Europa, grande oratore, brillante scrittore, venerato dai suoi compatrioti.
Per capire la partita infantile diabolica bisogna ragionare o sragionare come un bambino, con la sua irresistibile voglia di essere e di afferrare, con la sua appartenenza ancora invincibile al mondo degli istinti, agli inestricabili intrighi di sopravvivenza e di morte.
La ragione sragionante di un paese islamico e clericale come l'Iran, in cui tutto il potere e tutto il sapere dovrebbero concentrarsi nel dio unico e onnipotente, è che un paese senza bomba è un mezzo paese, alla mercé dei paesi che la bomba ce l'hanno. E la voglia di bomba, non è solo dell'élite al governo, ma anche e soprattutto dei poveracci stracciati e affamati che dalla bomba si sentono riscattati, ammessi fra i ricchi e privilegiati. Quale bene maggiore che essere entrati nel club mondiale dell'autodistruzione?
Si sono viste folle di affamati cinesi, di sottosviluppati indiani, di analfabeti pachistani tripudiare perché i loro governanti li avevano tenuti in miseria pur di avere la bomba. Ognuno con la giustificazione che ce l'avevano anche gli altri e che, secondo la legge delle caverne dell'homo homini, era legittima difesa averla contro le bombe altrui, specie dei vicini.
Come se la bomba rientrasse ancora nelle guerre locali, come deterrente contro le guerre locali: voi pachistani non farete guerra a noi iraniani perché la bomba ce l'abbiamo anche noi. Ma non è così e tutti i governanti lo sanno e tutti fingono di ignorarlo perché la guerra atomica coinvolgerà e distruggerà il mondo intero e gli ayatollah che vogliono a tutti i costi la bomba perché ce l'ha Israele si sbagliano a fidarsi del deterrente: se comincia uno, tutti accorrono al suicidio generale.
Sono cose che anche un bambino dovrebbe capire, ma che non vuole capire perché già in fasce per istinto vuole sopravvivere e afferrare. Ricordate il buon Pertini che nei messaggi di Capodanno esortava a svuotare gli arsenali e a riempire i granai? Molto applaudito dagli stessi che avrebbero applaudito una bomba italiana.
Le dispute sulla bomba sono anche loro infantili e diaboliche. Quale demenza di fatto, di potenza, può aver assistito alla nascita delle Nazioni Unite in cui veniva ribadito il principio che le Nazioni Unite non esistono, che ce ne sono alcune che hanno il diritto di avere la bomba, anzi migliaia di bombe, e altre che se cercano di averla vengono denunciate come nemiche dell'umanità. E che nel gioco infantile diabolico quelli che a ogni costo l'hanno voluta sono cresciuti nella paura-stima di quelli che non ce l'hanno.
Nella scala del successo politico sono vincenti i Donald Rumsfeld e le Condoleezza Rice che della bomba e dei suoi usi sono espertissimi e di cui parlano con ammirazione, e sono vincenti i dottor Stranamore che frequentano le nostre televisioni, ambitissimi dagli organizzatori di dibattiti perché dispongono degli argomenti infantili diabolici da far gelare il sangue ai loro competitori che, avendo ancora l'uso della ragione, sono destinati a perdere.

Giorgio Bocca

Giorgio Bocca (Cuneo, 1920 - Milano, 2011) è stato tra i giornalisti italiani più noti e importanti. Ha ricevuto il premio Ilaria Alpi alla carriera nel 2008. Feltrinelli ha pubblicato …