Enrico Franceschini: Londra dice sì ai bebè su misura

23 Luglio 2004
Devono ancora nascere, ma hanno già un nome: "Designer baby", o se si preferisce, in italiano, "bebé su misura". Sono, o meglio saranno, i bambini creati in laboratorio, quando esistono ancora soltanto allo stato di embrioni. Avranno caratteristiche particolari, selezionate dagli ingegneri della genetica in modo che, una volta venuti al mondo, quei piccoli possano aiutare a curare i propri fratellini e sorelline da gravi malattie attraverso un trapianto di cellule staminali. Questa è la ferrea regola stabilita dalle autorità britanniche. Ma la decisione annunciata ieri dalla Human Fertilisation and Embriology Authority costituisce una svolta in un campo delicatissimo, in cui scienza e medicina confinano con religione ed etica. Un giorno, in futuro, dicono gruppi antiabortisti e associazioni religiose in Gran Bretagna, secondo lo stesso principio sarà possibile "creare bambini biondi con gli occhi azzurri", e poi eventualmente, in un futuro appena un po' più lontano, clonare esseri umani. Così, mentre gli scienziati brindano, altri si disperano, preannunciando un'immediata azione legale per bloccare il provvedimento. Più degli scienziati, in verità, brindano i genitori di Joshua Fletcher, un bambino di due anni che soffre di un raro difetto genetico chiamato "anemia Diamond-Blackfan", condizione che richiede continue trasfusioni del sangue e minaccia la sua vita. Sono stati loro a richiedere all'Autorità di permettere la selezione genetica di un fratellino sano per curare Joshua utilizzando le cellule staminali di suo fratello. Due anni or sono, l'Autorità respinse una richiesta analoga da parte dei genitori di un bambino che soffriva dello stesso male. La decisione suscitò aspre critiche, la famiglia andò in America e riuscì a far nascere un bambino con le necessarie caratteristiche genetiche. Tra ricorsi in tribunale dei gruppi antiabortisti e pressioni del mondo scientifico, stavolta l'agenzia governativa ha dato parere favorevole. La notizia, preannunciata qualche giorno fa, è diventata ufficiale ieri pomeriggio: d'ora in poi la Human Fertilisation and Embriology Authority permetterà di "ammorbidire" la normativa sullo screening genetico degli embrioni, per consentire la nascita di bebè "personalizzati" per curare i fratelli malati. Finora, in base alle leggi del Regno Unito, gli embrioni potevano essere selezionati soltanto prima di essere impiantati, usando una tecnica particolare per verificare se il bambino rischia di nascere con difetti genetici. Adesso la selezione di un embrione-"copia" del fratello già nato viene considerato un secondo beneficio di quella tecnica. "Non mi pare che ciò equivalga a recitare la parte di Dio", commenta Suzy Leather, presidente dell'Autorità per la Fertilizzazione e l'Embriologia. Ma non sono tutti d'accordo. ‟È sbagliato creare un bambino come mezzo per realizzare un determinato fine”, dicono i gruppi religiosi e antiabortisti, "per quanto giusto e nobile quel fine possa essere è la violazione di un principio etico".

Enrico Franceschini

Enrico Franceschini (Bologna, 1956), giornalista e scrittore, è da più di trent'anni corrispondente dall’estero per “la Repubblica”, per cui ha ricoperto le sedi di New York, Washington, Mosca, Gerusalemme e …