Enrico Franceschini: Embrioni, sì a selezione contro il cancro

01 Dicembre 2004
Come avere la certezza di mettere al mondo bambini sani. Si può riassumere così il senso della decisione annunciata a Londra dall’agenzia governativa che regola l’avveniristico ma controverso campo della biogenetica umana. La Human Fertility and Embriology Authority (Hfea) ha autorizzato i genitori affetti da una particolare forma di cancro intestinale con base genetica a "selezionare" gli embrioni ottenuti da una fecondazione in vitro per evitare la trasmissione della malattia ai loro figli. Per il momento la licenza a interventi di questo tipo è circoscritta a una particolare forma di tumore; ma gli scienziati che hanno ricevuto il permesso si apprestano a presentare una richiesta analoga per un’altra categoria, il cancro al seno. E comunque, una volta approvato il concetto, gli esperti prevedono che sia inevitabilmente destinato ad allargarsi, includendo un numero sempre più ampio di malattie trasmissibili geneticamente. "È un grande passo avanti", dice il dottor Paul Serhal dell’University College Hospital, titolare della prima licenza, "che permetterà alle coppie di avere bambini senza paura di passare loro un terribile male". Ma per il fronte degli antiabortisti e degli oppositori dell’ingegneria genetica è un altro passo verso la creazione di "designer baby", bambini fatti su misura: di cui in un primo tempo si potrà garantire la salute e successivamente anche prevedere il sesso, il colore di occhi e capelli, il carattere. "Eliminare embrioni che possono sviluppare il cancro", commenta Josephine Quintevalle del movimento anti-abortista Reproductive Ethics, "equivale a eliminare il portatore di una malattia anziché cercarne la cura. Non è un buon esempio di medicina". In ogni caso si tratta di una nuova e più profonda svolta in un settore della ricerca che fin dall’inizio ha suscitato polemiche di ordine scientifico, morale e religioso. La notizia, pubblicata ieri dal Times in prima pagina con titolone ad effetto ("Approvati designer baby liberi dal cancro"), è stata confermata dall’Autorità per la Fecondazione e l’Embriologia. Quattro coppie, in cura presso l’ospedale del dottor Serhal, potranno beneficiare per prime della nuova tecnica, resa possibile dal cosiddetto "Pgd test", che consiste nel verificare se un embrione è sano, prima di impiantarlo nell’utero della madre. L’analisi viene effettuata tre giorni dopo la fecondazione "in vitro", quando l’embrione ha ancora un numero ridotto di cellule. Dopo il test, si impiantano solo l’embrione o gli embrioni che non contengono il gene maligno. Nel caso autorizzato dall’agenzia britannica si tratta del gene della poliposi adenomatosa familiare, che può evolvere in cancro del colon o del retto: una forma di tumore che generalmente si sviluppa trai 20 e i 40 anni d’età. Il rischio che il cancro sia fatale può essere ridotto con un intervento chirurgico. Ma i figli di genitori che ne sono affetti hanno il 50 per cento di probabilità di ereditare il gene e quindi di sviluppare la stessa malattia. La Gran Bretagna è uno dei paesi all’avanguardia negli studi in questo settore e ora anche nella loro applicazione pratica. Nel luglio scorso l’Autorità per la Fecondazione e l’Embriologia aveva già dato il consenso alla selezione di embrioni per favorire la nascita di bambini i cui geni potessero servire a curare fratelli colpiti da patologie particolarmente gravi. L’agenzia esclude ogni ipotesi di abuso diretto a produrre "bambini fatti su misura", sottolineando che le licenze per il "Pgd test" vengono concesse esclusivamente a scopo curativo, da una commissione che considera gli aspetti "scientifici, etici e medici" di ogni caso. Ciononostante, è evidente che la tecnologia per concepire dei "designer baby" è ormai realtà.

Enrico Franceschini

Enrico Franceschini (Bologna, 1956), giornalista e scrittore, è da più di trent'anni corrispondente dall’estero per “la Repubblica”, per cui ha ricoperto le sedi di New York, Washington, Mosca, Gerusalemme e …