Giorgio Bocca: Chi non è d'accordo si prepari all'invasione
03 Dicembre 2004
Il nuovo delitto, la nuova intollerabile eresia è l'anti-americanismo. I guitti del berlusconismo storcono la faccia nel disgusto e nella minaccia quando ne parlano. Discutiamone pure, concedono, ma all'anti-americanismo diciamo no.
L'anti-americanismo è una invenzione propagandistica che sarebbe piaciuta al ministro nazista della Propaganda, Joseph Paul Goebbels, l'invenzione di qualcosa che non c'è, cioè gli Stati Uniti come un monolite, come il nemico unico e riconoscibile, e non il paese continente, multietnico, multinazionale, a noi in gran parte sconosciuto.
Stiamo al concreto: parliamo del governo Bush e dei neo conservatori che lo circondano, parliamo del gigantesco apparato militare industriale che ha riportato la politica governativa indietro di un secolo, vediamo qual è la sua concezione del mondo e dei rapporti internazionali, che cosa dice e scrive, nero su bianco, uno dei suoi massimi rappresentanti, il capo di Stato maggiore delle Forze armate, il generale a quattro stelle Richard B. Meyer, appena rientrato da una visita all'Iraq.
Che ne pensa il generale del massacro di Falluja, la città distrutta, delle 50 mila case a pezzi, dei 4 mila civili uccisi, tutti terroristi si intende? "Penso che alcuni di questi ribelli si possono recuperare, altri sono così fissati che bisogna catturarli o ucciderli. Non vogliono cambiare".
Insomma, secondo l'alto ufficiale che rappresenta il pensiero del Pentagono, chi non è d'accordo con l'occupazione e con il governo quisling di Iyad Allawi va eliminato, fucilato, messo in un gulag. Il generale spiega: "Siamo in Iraq per ristabilire l'ordine del governo iracheno che è un governo sovrano. Questa è stata una decisione degli iracheni. Si usa la forza per ottenere un risultato politico ed economico e devi centrare questo obiettivo, altrimenti l'uso della forza è inutile. Dobbiamo ristabilire in Iraq un governo democratico. Io penso che sia uno dei più nobili obiettivi che esistano. Non è facile, ma stiamo facendo dei cambiamenti significativi".
Il generale a quattro stelle parla mentre a Falluja non possono entrare i soccorsi e continuano casa per casa i rastrellamenti con licenza di uccidere. Ma non esageriamo: "La situazione umanitaria", dice il generale, "è migliore di quanto pensassi. Il governo iracheno aveva dato ordine ai cittadini di Falluja di non uscire di casa durante le operazioni, la gente era preparata. Avevano acqua, medicine, cibo, si erano preparati bene. Ora bisogna coinvolgerli nel processo politico, spingerli a candidarsi, farli sentire al sicuro".
Farli sentire al sicuro ora che la città è un cumulo di macerie? Il generale dice di sì: "Adesso deve iniziare una nuova ricostruzione e questa deve partire dagli iracheni. Staremo in Iraq finché gli iracheni lo vorranno".
Dalla fine della Seconda guerra mondiale a oggi, la propaganda dei vincitori ha battuto e ribattuto sul tema delle perfide tirannie, nemiche della libertà e della democrazia. Ma quante sono nel mondo le tirannie in funzione con lager, prigioni, torture, leggi marziali? Una trentina di cui l'Occidente non si occupa e che in alcuni casi protegge. La missione dell'Occidente, secondo la fondazione Liberal, riunitasi a convegno giorni fa a Venezia, è "di dare pace e libertà al mondo". Ne fanno parte tutte le teste d'uovo berlusconiane e tutti i neo conservatori compassionevoli del mondo.
Ne è scaturito un manifesto dal titolo: ‟La libertà globale”, firmato dal falco americano Michael Novak e dal nostro Ferdinando Adornato. Partecipava al convegno anche John Bolton, sottosegretario americano alla Sicurezza, che ha colto l'occasione per mandare al governo iraniano un ultimatum: "O l'Iran accetta il disarmo nucleare, sua ultima chance, o sarà denunciato al Consiglio di sicurezza dell'Onu, premessa di un intervento militare".
Una vera filosofia liberale: chi non è d'accordo con noi si prepari all'aggressione.
L'anti-americanismo è una invenzione propagandistica che sarebbe piaciuta al ministro nazista della Propaganda, Joseph Paul Goebbels, l'invenzione di qualcosa che non c'è, cioè gli Stati Uniti come un monolite, come il nemico unico e riconoscibile, e non il paese continente, multietnico, multinazionale, a noi in gran parte sconosciuto.
Stiamo al concreto: parliamo del governo Bush e dei neo conservatori che lo circondano, parliamo del gigantesco apparato militare industriale che ha riportato la politica governativa indietro di un secolo, vediamo qual è la sua concezione del mondo e dei rapporti internazionali, che cosa dice e scrive, nero su bianco, uno dei suoi massimi rappresentanti, il capo di Stato maggiore delle Forze armate, il generale a quattro stelle Richard B. Meyer, appena rientrato da una visita all'Iraq.
Che ne pensa il generale del massacro di Falluja, la città distrutta, delle 50 mila case a pezzi, dei 4 mila civili uccisi, tutti terroristi si intende? "Penso che alcuni di questi ribelli si possono recuperare, altri sono così fissati che bisogna catturarli o ucciderli. Non vogliono cambiare".
Insomma, secondo l'alto ufficiale che rappresenta il pensiero del Pentagono, chi non è d'accordo con l'occupazione e con il governo quisling di Iyad Allawi va eliminato, fucilato, messo in un gulag. Il generale spiega: "Siamo in Iraq per ristabilire l'ordine del governo iracheno che è un governo sovrano. Questa è stata una decisione degli iracheni. Si usa la forza per ottenere un risultato politico ed economico e devi centrare questo obiettivo, altrimenti l'uso della forza è inutile. Dobbiamo ristabilire in Iraq un governo democratico. Io penso che sia uno dei più nobili obiettivi che esistano. Non è facile, ma stiamo facendo dei cambiamenti significativi".
Il generale a quattro stelle parla mentre a Falluja non possono entrare i soccorsi e continuano casa per casa i rastrellamenti con licenza di uccidere. Ma non esageriamo: "La situazione umanitaria", dice il generale, "è migliore di quanto pensassi. Il governo iracheno aveva dato ordine ai cittadini di Falluja di non uscire di casa durante le operazioni, la gente era preparata. Avevano acqua, medicine, cibo, si erano preparati bene. Ora bisogna coinvolgerli nel processo politico, spingerli a candidarsi, farli sentire al sicuro".
Farli sentire al sicuro ora che la città è un cumulo di macerie? Il generale dice di sì: "Adesso deve iniziare una nuova ricostruzione e questa deve partire dagli iracheni. Staremo in Iraq finché gli iracheni lo vorranno".
Dalla fine della Seconda guerra mondiale a oggi, la propaganda dei vincitori ha battuto e ribattuto sul tema delle perfide tirannie, nemiche della libertà e della democrazia. Ma quante sono nel mondo le tirannie in funzione con lager, prigioni, torture, leggi marziali? Una trentina di cui l'Occidente non si occupa e che in alcuni casi protegge. La missione dell'Occidente, secondo la fondazione Liberal, riunitasi a convegno giorni fa a Venezia, è "di dare pace e libertà al mondo". Ne fanno parte tutte le teste d'uovo berlusconiane e tutti i neo conservatori compassionevoli del mondo.
Ne è scaturito un manifesto dal titolo: ‟La libertà globale”, firmato dal falco americano Michael Novak e dal nostro Ferdinando Adornato. Partecipava al convegno anche John Bolton, sottosegretario americano alla Sicurezza, che ha colto l'occasione per mandare al governo iraniano un ultimatum: "O l'Iran accetta il disarmo nucleare, sua ultima chance, o sarà denunciato al Consiglio di sicurezza dell'Onu, premessa di un intervento militare".
Una vera filosofia liberale: chi non è d'accordo con noi si prepari all'aggressione.
Giorgio Bocca
Giorgio Bocca (Cuneo, 1920 - Milano, 2011) è stato tra i giornalisti italiani più noti e importanti. Ha ricevuto il premio Ilaria Alpi alla carriera nel 2008. Feltrinelli ha pubblicato …