Marina Forti: Indonesia. Aiuti militari americani a Jakarta?
Dall'indomani dell'11 settembre 2001 l'amministrazione Bush cerca di ristabilire la sua influenza sull'esercito indonesiano. I legami erano molto forti durante la guerra fredda, e in particolare da quando negli anni `60 ha preso il potere il generale Suharto, che ha instaurato un regime autoritario e corrotto ma allineato con il blocco occidentale: Jakarta era uno dei bastioni della strategia di Washington per "contenere il comunismo" in Asia. Poi però la guerra fredda è finita e i modi dell'esercito indonesiano sono apparsi imbarazzanti: nel 92 il Congresso ha tirato in ballo i diritti umani e votato una drastica riduzione della cooperazione militare (tra cui l'addestramento), interrotta poi del tutto nel 1999 dopo i massacri a Timor Est.
Ora il pendolo torna indietro. Dopo l'11 settembre 2001 Jakarta ha già ricevuto circa 80 milioni all'anno da Washington per programmi anti-terrorismo. È stata inoltre inclusa nel "Programma di assistenza anti-terrorismo" del Pentagono per equipaggiare e addestrare le forze di polizia. L'amministrazione Bush punta alla riapertura piena della cooperazione militare.
Il tentativo è fallito però quando sono stati uccisi gli insegnanti statunitensi a Papua, nei pressi della miniera d'oro e rame di Freeport: un primo rapporto della polizia indonesiana aveva indicato la responsabilità dell'esercito. Un cittadino indonesiano legato ai militari è stato incriminato negli Usa, ma non è mai stato arrestato: perfino il ministro della difesa indonesiano Juwono Sudarsono, in un'intervista al New York Times , ha detto di pensare che sia protetto dalla polizia militare del suo paese.
In quell'intervista, il ministro Juwono (un civile) riconosce che l'esercito resta il principale centro di potere in Indonesia, nonostante la democrazia formalmente restaurata. E aggiunge che andrà in marzo a Washington per perorare la causa di quello che chiama "ri-impegno" americano. Juwono è molto vicino all'attuale presidente Susilo Bambang Yudhoyono, eletto lo scorso settembre, un ex generale della generazione istruita negli Usa. Certo, è di quelli non troppo coinvolti negli episodi più oscuri di repressione (in lizza per la presidenza c'era anche l'ex generale Wiranto, capo dell'esercito al tempo del massacro a Timor). L'addestramento americano ora permetterebbe di istruire una nuova leva di ufficiali indonesiani in metodi di guerra, nel sistema americano di controllo civile sui militari e nell'abc dei diritti umani - persone come Juwono sembrano suggerire che sarebbe un modo per riformare l'esercito indonesiano. Mentre i gruppi per i diritti umani denunciano: repressione e corruzione dell'esercito restano rampanti.