Marina Forti: Arizona, frontiera di vigilantes

05 Aprile 2005
La sceneggiata si svolge in una landa desertica tra l’Arizona meridionale (Usa) e lo stato di Sonora (Messico), a ovest della cittadina di Douglas.È uno dei passaggi illegali più ‟attivi” della lunga frontiera messicano-statunitense: su 1,1 milioni di indocumentados arrestati l’anno scorso, mezzo milione è stato preso in quei quaranta chilometri di frontiera.
Protagonista della sceneggiata è un gruppo di circa 200 persone che perfino il presidente degli Stati uniti George W. Bush ha definito ‟vigilantes”, suscitando la loro rabbia. Loro si pretendono invece una ‟pattuglia volontaria” e si sono dati il nome di Minutemen (si chiamavano così i volontari durante la rivoluzione statunitense). Sul loro sito web si definiscono ‟americani che fanno ciò che il Congresso non fa”. Vogliono pattugliare la frontiera per ‟aiutare la Border Patron” a fermare ‟l’invasione” degli illegali. Ieri l’operazione ha preso il via, ma già domenica, in un sopralluogo ‟per familiarizzarsi col terreno”, i volontari-vigilantes hanno fatto arrestare 18 persone.
L’operazione dei vigilantes ha fatto salire la tensione sulla frontiera, dove non ha trovato il favore delle autorità locali: ‟Ho paura che gran parte di quelli che si arruolano abbiano un atteggiamento da linciaggio”, ha detto il sindaco di Douglas, 15mila abitanti in maggioranza ispanici (al New York Times, 31 maggio). La Border Patrol è ostile al progetto. In Messico, il presidente Vicente Fox ha minacciato ricorso ai tribunali internazionali se vigilantes privati cercheranno di arrestare cittadini messicani alla frontiera. Il sindaco di Agua Prieta, al di là della frontiera da Douglas, ha definito i vigilantes ‟un'espressione di razzismo” (al Los Angeles Times, 4 aprile). Dice che ha rafforzato le pattuglie di polizia sul proprio lato, per proteggere i cittadini e intercettare trafficanti, mentre il Grupo Beta (l’ente messicano per la protezione della salute dei migranti) ha rafforzato le sue pattuglie per dissuadere i potenziali migranti dall’incamminarsi in quel deserto: oltre al normale rischio di essere derubati e abbandonati dai passeur, perdersi e morire di sete, ora rischiano anche si finire nelle braccia dei vigilantes.
Loro, i vigilantes, negano intenzioni aggressive. L’idea è di Chris Simcox, 44enne ex maestro d’asilo di Los Angeles trasferito a Tombstone (‟pietra tombale”), 4.800 abitanti, cittadina dell’Arizona nota finora solo per la leggendaria ‟sfida all’Ok Corral”. Là, dice, basta guardare dalla finestra per vedere che ‟orde di immigrati illegali arrivano tra i cespugli”: ma il governo federale non fa nulla. Allora ha comprato il settimanale locale, The Tombstone Tumbleweed, che ora dirige, e ne ha fatto la voce della sua crociata. Infine ha lanciato l’arruolamento di volontari per le sue pattuglie, via internet. In questi giorni a Tombstone è scesa una folla inusuale. Sono arrivati i Minutemen, per cominciare. Non sono più di 200, anche se l.obiettivo era tra 1.000 e 1.500, ma i leader negano l’insuccesso: per reggere un mese, dicono, non potevano farsi avanti tutti all’inizio.Molti sono pensionati: dall’ex marine ottantenne che dichiara ‟ho bisogno un po’ di eccitazione”, al 58enne veterano del Vietnam o l’ex guardia carceraria, a molti più giovani; chi arriva con abiti mimetici, chi con cappelli e stivali da cowboy, e tutti a bordo di Suv, i fuoristrada. Molti sono armati, cosa che i leader incoraggiano, anche se dichiarano che è solo per difendersi.
Sabato, in una manifestazione pubblica, i vigilantes hanno negato di aver intenzioni offensive: le loro ‟regole d’ingaggio” sono nessun contatto fisico con gli immigrati clandestini, loro agiranno ‟nei limiti della legge” limitandosi a ‟osservare e segnalare” alla Border Patrol. Hanno precisato che il sostegno ricevuto via internet da gruppi di ‟supremazia bianca” e della ‟Arian Nation” non è benvenuto. Hanno applaudito invece qualche politico ultraconservatore, un deputato repubblicano del Colorado (‟da quando far rispettare la legge è un.idea radicale”, ha detto tra gli applausi) o Bay Buchanan, sorella dell'ex candidato presidenziale dell'ultradestra.
A Tombstone sono arrivati anche attivisti della Aclu, American Civil Liberties Union, e di altri gruppi per la difesa degli immigranti: sabato hanno fatto una contromanifestazione, con costumi atzechi e cartelli che accusano iMinutemen di razzismo. Volontari della Aclu, camice bianche e rosse, seguiranno le pattuglie dei vigilantes: ‟Vogliamo giusto controllare cosa fanno”, ha detto Ray Ybarra, della Aclu Arizona ai giornalisti (anche loro scesi in forze a Tombstone, compresi corrispondenti stranieri). A sorvegliare il tutto c’è infine la Border Patrol. La settimana scorsa l’amministrazione Bush ha annunciato oltre 500 agenti di rinforzo in Arizona (150 sono già arrivati), visto che entriamo nella stagione di picco dei tentativi d’ingresso: useranno anche aerei Drones per la sorveglianza elettronica, come già fu fatto l’anno scorso. Il governo federale dice che era misura già prevista, non una risposta alla campagna dei Minutemen. Un editoriale del Los Angeles Times polemizza con i vigilantes: dovevano cavalcare su Wal-Mart, che assume immigrati illegali. Finora tutto si è risolto in una sceneggiata. A meno che qualche vigilante si identifichi troppo nel ruolo.

Marina Forti

Marina Forti è inviata del quotidiano "il manifesto". Ha viaggiato a lungo in Asia meridionale e nel Sud-est asiatico. Dal 1994 cura la rubrica "TerraTerra" che riporta storie quotidiane in …