Enrico Franceschini: Blair, un appello ai Grandi. "Povertà pericolosa come Al Qaeda"
04 Luglio 2005
Dalle canzoni ai fatti, dal Live8 al G8: e non è ancora chiaro se il summit tra gli otto paesi più ricchi della terra realizzerà le aspettative suscitate dal più grande evento rock di tutti i tempi. Un accordo sugli aiuti all´Africa sembra a portata di mano, ma qualcuno sostiene che Bush e Schroeder potrebbero silurarlo; un compromesso con Bush sulla difesa dell´ambiente pare vicino, ma non si capisce se sarà un´intesa di facciata o di sostanza. I padroni di casa del vertice che comincia mercoledì in Scozia, Tony Blair e il suo ministro delle Finanze Gordon Brown, fanno trapelare qualche preoccupazione. ‟Abbiamo giustamente intrapreso dure azioni contro il terrorismo, ma dobbiamo agire anche su problemi che possono creare altro terrorismo e altre minacce alla nostra stessa sicurezza, e l´arretramento dell´Africa è uno di questi”, dice Blair in un messaggio ai sette leader che saranno suoi ospiti, affidato alle pagine del settimanale americano ‟Time”, esortandoli di fatto a considerare la povertà pericolosa quanto al Qaeda. ‟Non sarà una settimana di lavoro al G8 a determinare il futuro a lungo termine dell´Africa e dei paesi in via di sviluppo”, gli fa eco Brown, ‟aiutare i poveri del pianeta richiede l´impegno di una vita”. Suona un po´ come mettere le mani avanti di fronte alle moltitudini di Live8 che ora si aspettano una svolta epocale dagli ‟otto uomini chiusi in una stanza” al summit.
L´agenda di Gleneagles, l´albergo-castello immerso in una splendida tenuta da golf a sessanta chilometri da Edimburgo in cui si riuniranno gli Otto, prevede quattro temi: l´Africa e la povertà; l´ambiente e l´effetto serra; la pace in Medio Oriente, con particolare riferimento al rilancio dei negoziati tra israeliani e palestinesi; e l´aumento dei prezzi del petrolio. Ma il cuore della discussione riguarderà i primi due punti.
Sull´Africa e la lotta alla povertà, il ministro Brown ha detto ieri alla Bbc: ‟L´intesa per la cancellazione del 100 per cento del debito ai paesi africani più poveri e per il raddoppio degli aiuti all´Africa è stata raggiunta”. Il dubbio è se gli aiuti raddoppieranno subito, come propone la Gran Bretagna, o entro il 2010, come si appresterebbero a fare gli Stati Uniti secondo quanto dichiarato nei giorni scorsi dal presidente Bush. Citando fonti governative, il settimanale Der Spiegel sostiene inoltre che Bush e Schroeder non sono affatto d´accordo sul raddoppio degli aiuti (sebbene un portavoce tedesco smentisca). Brown, infine, sorvola sul terzo aspetto del pacchetto per l´Africa: la rimozione delle barriere commerciali che favoriscono i paesi ricchi e danneggiano quelli in via di sviluppo. A mettere il dito sulla piaga provvede Peter Mandelson, commissario europeo al commercio oltre che più fidato consigliere di Blair: ‟I leader del mondo non possono ignorare le appassionate richieste emerse da questo straordinario giorno di musica, ma è necessario incanalare tutta quella energia in una pressione continua e prestare attenzione non solo alla cancellazione del debito ma pure alla giustizia in materia di commercio”.
Scenario altrettanto incerto per quanto riguarda l´effetto serra. Bush, che rifiutò di firmare il Protocollo di Kyoto sul clima e la difesa dell´ambiente, sarebbe ‟pronto a un compromesso” secondo la stampa britannica, anche se è improbabile che acconsenta a impegnarsi con provvedimenti concreti per ridurre le emissioni inquinanti. Si eviterebbe così il rischio di una dichiarazione firmata da sette leader, ma non dall´ottavo, l´uomo più potente della terra. ‟Abbiamo avuto consultazioni difficili, ma sembra che stiamo andando verso un accordo sul surriscaldamento globale”, conferma il presidente Chirac. Alcune fonti, però, sostengono che proprio il leader francese pretenderebbe da Bush un impegno totale sulla base del Protocollo di Kyoto, o niente.
Conclusione: non si capisce se il G8 produrrà un successo d´immagine, come al solito, oppure sostanziale, come auspicavano in coro i milioni o miliardi di spettatori del Live8.
L´agenda di Gleneagles, l´albergo-castello immerso in una splendida tenuta da golf a sessanta chilometri da Edimburgo in cui si riuniranno gli Otto, prevede quattro temi: l´Africa e la povertà; l´ambiente e l´effetto serra; la pace in Medio Oriente, con particolare riferimento al rilancio dei negoziati tra israeliani e palestinesi; e l´aumento dei prezzi del petrolio. Ma il cuore della discussione riguarderà i primi due punti.
Sull´Africa e la lotta alla povertà, il ministro Brown ha detto ieri alla Bbc: ‟L´intesa per la cancellazione del 100 per cento del debito ai paesi africani più poveri e per il raddoppio degli aiuti all´Africa è stata raggiunta”. Il dubbio è se gli aiuti raddoppieranno subito, come propone la Gran Bretagna, o entro il 2010, come si appresterebbero a fare gli Stati Uniti secondo quanto dichiarato nei giorni scorsi dal presidente Bush. Citando fonti governative, il settimanale Der Spiegel sostiene inoltre che Bush e Schroeder non sono affatto d´accordo sul raddoppio degli aiuti (sebbene un portavoce tedesco smentisca). Brown, infine, sorvola sul terzo aspetto del pacchetto per l´Africa: la rimozione delle barriere commerciali che favoriscono i paesi ricchi e danneggiano quelli in via di sviluppo. A mettere il dito sulla piaga provvede Peter Mandelson, commissario europeo al commercio oltre che più fidato consigliere di Blair: ‟I leader del mondo non possono ignorare le appassionate richieste emerse da questo straordinario giorno di musica, ma è necessario incanalare tutta quella energia in una pressione continua e prestare attenzione non solo alla cancellazione del debito ma pure alla giustizia in materia di commercio”.
Scenario altrettanto incerto per quanto riguarda l´effetto serra. Bush, che rifiutò di firmare il Protocollo di Kyoto sul clima e la difesa dell´ambiente, sarebbe ‟pronto a un compromesso” secondo la stampa britannica, anche se è improbabile che acconsenta a impegnarsi con provvedimenti concreti per ridurre le emissioni inquinanti. Si eviterebbe così il rischio di una dichiarazione firmata da sette leader, ma non dall´ottavo, l´uomo più potente della terra. ‟Abbiamo avuto consultazioni difficili, ma sembra che stiamo andando verso un accordo sul surriscaldamento globale”, conferma il presidente Chirac. Alcune fonti, però, sostengono che proprio il leader francese pretenderebbe da Bush un impegno totale sulla base del Protocollo di Kyoto, o niente.
Conclusione: non si capisce se il G8 produrrà un successo d´immagine, come al solito, oppure sostanziale, come auspicavano in coro i milioni o miliardi di spettatori del Live8.
Enrico Franceschini
Enrico Franceschini (Bologna, 1956), giornalista e scrittore, è da più di trent'anni corrispondente dall’estero per “la Repubblica”, per cui ha ricoperto le sedi di New York, Washington, Mosca, Gerusalemme e …