Giulia, i vent'anni ke piacciono xké sembrano così belli da essere veri

25 Luglio 2005

La cosa fantastica non è tanto che scrivano ke, nn, xkè, e ovviamente qnd, cmq, qst, prox, come se scrivessero sms agli amici anzichè interventi in un blog letterario. O che dicano ‟buh... ma quanto è complicata la vita...; e quanto ankora di più ce la complichiamo... a volte basterebbe solo vivere più tosto ke passare il tempo a pensare! ;)”, (DiAnA^_^). A lasciarti lì è il fatto che abbiano questa fissa dei ricordi e dei rimpianti. Che a 14, 16, 18 anni già abbiano deciso che ‟sperare fa male”, e che ‟a volte anche pensare non è del tutto innocuo”; e in quanto ai ricordi, ‟sono i ricordi che ci fregano”, perché ‟quando meno te l'aspetti t'acchiappano alla gola” (Daniela). E fanno male.
Rimpiangono i 18 anni, se ne hanno 20. Rimpiangono l'anno della maturità, se ne sono passati già due. Rimpiangono quando erano piccoli piccoli e la vita non era ancora casi orrendamente complicata. ‟Ma cosa volete dalla nostra generazione? Lo vedete il mondo che abbiamo davanti? Ci scappa via il lavoro, la scuola, il futuro. l genitori sono dispersi e tocca ai figli andare a cercarli con la torcia. Abbiamo perso tutto, insomma, ancora prima di cominciare a vivere” spiega la nuova musa di riferimento degli adolescenti italiani, la neoscrittrice e quasi-guru che sta spopolando via blog e in libreria.
Segnatevi il nome: Giulia Carcasi. Romana, bionda, ricciuta, studia medicina, ha vent'anni. Ne aveva 18 quando ha scritto il romanzo culto della generazione oggi stretta tra i 14 e i 24 anni, con punte al ribasso fino ai 12, e record al rialzo fino ai 60. Ma le stelle quante sono è uscito in aprile, ha 232 pagine e due voci narranti. Carlo e Alice, che raccontano la reciproca scoperta amorosa in un'aula di terza liceo, dalle partì dell'Eur, alla vigilia della maturità classica.
Tiratura iniziale di 20 mila copie: bruciata. Seconda ristampa: esaurita. Terza ristampa: in pieno boom. Fanno in tutto 50 mila copie, che per una sconosciuta esordiente, sia pure presentata con entusiasmo da Erri De Luca e pubblicata dalla Feltrinelli senza un attimo di esitazione, sono un risultato pazzesco. Nessuna grande pubblicità, oltretutto. Nessuna recensione importante. È bastato il passaparola dei lettori a far entrare Giulia in classifica fra i tascabili (al top c'è sempre, saldamente, un altro culto adolescenziale, Tre metri sopra il cielo di Federico Moccia, 750 mila copie), a far decollare il suo blog (ospitato dalla Feltrinelli), a riempire le librerie per le presentazioni a Milano e a Roma, in Puglia e in Emilia-Romagna (prossimi appuntamenti, a fine luglio, in Abruzzo).
Ragazzini e ragazzine in estasi dappertutto. Ma anche insegnanti di scuola media, padri smarriti, madri in cerca di lumi su quel che passa per la testa dei loro stessi figli. Giulia scuote la testa: "Vedo troppi genitori disattenti, troppi silenzi, tanti divorzi. Troppi ragazzi cresciuti in case dalle luci spente e dalle porte chiuse, senza avere possibilità di ricevere carezze dall'alto".
Lei, ovviamente, viene da una casa ‟con le luci sempre accese e le porte sempre aperte”; madre bibliotecaria in un istituto tecnico, padre architetto, fratello che studia da ingegnere, casa di vacanza all'Argentario, tutto un po' nevrotico (‟Le ansie che non aveva mamma le aveva papà: dal motorino alle occupazioni scolastiche, l'elenco dei divieti è stato sterminato") e molto, forse troppo stimolante (‟Da noi figli ci si è sempre aspettato il massimo, a scuola come nella vita”), Maturità classica con 100/100, c'è bisogno di dirlo? Ma il suo liceo non vuole nemmeno nominarlo, tanto le stava stretto, con quell'aula che ‟non sembrava nemmeno di 30 metri quadrati, ma di 3. Soffocavo: in tutti i sensi”. È stato allora che ha cominciato a scrivere.
‟Scrivo per mettere ordine nel traffico che ho in testa, tutti i giorni, anche solo per cinque minuti. Quando ho finito sto meglio” spiega. Erri De Luca, quando l'ha conosciuta a uno dei tanti concorsi letterari per esordienti cui ha partecipato, non ha avuto dubbi: "Sei condannata a scrivere”.
Ora: che cosa si scrive quando si hanno 18 anni? Di che si parla? Della famiglia, della scuola; dei compagni con le scarpe di Prada e i pantaloni D&G; degli insegnanti che se ne stanno barricati dietro la cattedra, o che fanno i lumaconi sbirciando le tette delle ailieve: degli adulti che non sanno più vedere il mondo "a colori". Ma soprattutto si parla di amore.
E di sesso. Di quando farlo, come, con chi. Come capire che è arrivato il momento giusto, con la persona giusta. Seria, pura, ‟pulita dentro”. Ossia? "Essere puliti significa essere trasparenti come in una radiografia. Non avere niente da nascondere, non cedere ai compromessi. Mettere un senso nelle cose che fai. Sempre” spiega Carcasi con il tono serissimo della tizia che (autodefinizione) ‟vivrebbe solo d'anima”.
Sì, Giu1ia si prende molto sul serio. Prende tutto sul serio; e come lei i suoi lettori. Soprattutto l’amore: "Il vero amore usa parole senza senso, dice sempre per sempre, urla un addio che dura un bacio, un mai più che è la scusa per un abbraccio. Il vero amore tiene le mani unite e le gambe intrecciate, ha il cuore sconvolto, ascolta musica che non passa la radio..." scrive lei nel suo blog, dando praticamente il via a un dibattito fiume. "Il vero amore... boh, non so, forse è quello che ti fa partire nave da cargo e ritorni al molo barchetta" dice Attilio. ‟È quello che dura nel tempo e solo dopo averlo vissuto puoi capire se è vero” sostiene Paolo. ‟È vero soltanto quando c'è, è eterno soltanto in un attimo che subito passa” giura Marco. Un sacco di ragazzi sentimentali e vulnerabili forse ancora più delle ragazze.
E dunque? Non arricciate il naso. Per favore, non liquidate Giulia e il suo mondo come un fenomeno tipo "la Maria De Filippi della letteratura". L'hanno già fatto e i ragazzi ci sono rimasti malissimo. Perche, scrive Marco, "la letteratura è so1tanto quella delle biblioteche e dei grandi classici. Letteratura è quella che sa parlare alla Gente e incollare davanti a un libro migliaia di ragazzi che davanti alle pagine di Manzoni o di Dante sbadigliano”.
Sempre ammesso che le aprano, quelle pagine. Mica è sicuro.

Ma le stelle quante sono di Giulia Carcasi

C’è una generazione fatta di sms, gavettoni, crêpes alla nutella, professori frustrati; c’è la voglia di essere ascoltati e di giudicare la vita, gli adulti, l’ingiustizia. Ci sono Carlo e Alice: stessa classe e, a volte, stesso banco. Lui è meravigli…