Giorgio Bocca: Islam. Integrazione a piccoli passi
12 Settembre 2005
‟Finalmente il nostro paese” ha detto il ministro Pisanu ‟ha mantenuto la sua promessa: l'istituzione di una consulta per l’Islam italiano per una comunità pacificamente inserita nel contesto economico e sociale del nostro paese, libera di professare le proprie convinzioni religiose e salvaguardare la propria identità”. Un’ottima decisione purché si sappia e si tenga presente che il problema è complesso e non lo si risolve una volta per tutte con un decreto. Con un successivo decreto Pisanu nominerà i componenti della consulta scegliendoli fra persone di accertata affidabilità. I rappresentanti della comunità islamica sono favorevoli, le intenzioni sembrano buone. Volendo dare un consiglio di buonsenso sia ai nostri governanti che ai rappresentanti islamici diremmo: procedete passo a passo e non sprecate le buone esperienze. Lo stop alla scuola araba di Milano, e l’indicazione di Pisanu di mandare tutti i figli di immigrati negli istituti statali perché l’istruzione deve essere eguale per tutti, ad esempio, rischia di annullare un’esperienza positiva: la scuola di via Quaranta era un esperimento da cui partire, non da chiudere. La consulta deve aiutare il riformismo pratico nato nei quartieri popolari, fra gli uomini di buona volontà, nelle realtà sociali piuttosto che i riformismi astratti scritti soltanto sulla carta. E ha da essere un riformismo umile, conscio che non c’è soluzione perfetta. Che cosa è l’islamismo oggi è un mistero imperscrutabile esattamente come lo è la democrazia laica. Può risolversi in una pacificazione, in una laicizzazione del mondo arabo come avere invece un esito contrario, come molti temono: la spinta a un nuovo califfato antagonista dell’Europa cristiana. Ma il rischio, l’imprevedibilità riguardano anche la democrazia occidentale che potrebbe tornare a forme di imperialismo e di razzismo.
Che fare allora? La consulta dovrebbe semplicemente scegliere le forme più civili, le forme migliori di convivenze anche correndo il rischio che la storia le smentisca. L’umanità ha più bisogno di buone intenzioni che di cattive esperienze, anzi può sperare solo nelle intenzioni visto che le esperienze ripetono gli errori e la voglia di autodistruzione. Come pare dimostrare la nuova orazione piccola del presidente del Senato Pera la quale conferma che la madre degli affabulatori ambiziosi è sempre incinta. Che cosa sostiene Pera?
Proclama l’Occidente "migliore" dell’Islam, e parte per un elogio razzista non si capisce bene di chi, se dei bianchi anglosassoni che hanno sterminato gli indiani o di quelli spagnoli che hanno fatto lo stesso in Sud America o di noi europei che ci siamo sterminati a vicenda nelle guerre di religione. E va a un congresso di cattolici per rivendicare con loro le conquiste del riformismo laico... ‟Certo noi non siamo perfetti, ma abbiamo la fierezza di essere migliori non solo di chi ci dichiara la guerra santa, ma anche di chi non riconosce la parità fra uomo e donna, non considera lo Stato laico come una conquista, non distingue la religione dalla politica, non riconosce i diritti universali, non apprezza la distinzione morale diritto e così trasforma un peccato in un delitto”. ‟Chi siamo?” chiede al suo uditorio ‟Noi siamo meticci” dice Pera, ‟perché discendiamo da tre colline. Il Sinai, il Golgota, l’Acropoli”. Ecco fatto, messi d’accordo il paganesimo greco, il giudaismo, il cristianesimo. Ogni tanto in Italia nascono dei tipi così, parolai e pericolosi.
Giorgio Bocca
Giorgio Bocca (Cuneo, 1920 - Milano, 2011) è stato tra i giornalisti italiani più noti e importanti. Ha ricevuto il premio Ilaria Alpi alla carriera nel 2008. Feltrinelli ha pubblicato …