Marina Forti: La siccità nel bacino delle Amazzoni
In molti villaggi i pozzi si sono seccati, e resta da bere solo l'acqua dei fiumi: con l'ovvio rischio di malattie. La siccità costringe gli abitanti dei villaggi più remoti a camminare decine di chilometri per acquistare cibo. Le piccole coltivazioni sono a secco, e questo significa anche che molti abitanti non hanno più che cosa vendere al mercato, oltre che cibo per sé. Molti villaggi hanno chiuso le scuole per mancanza di viveri, acqua potabile e trasporti (i fiumi sono l'equivalente delle strade, nella foresta: fiumi non navigabili sono strade bloccate). Migliaia, forse milioni di pesci stanno morendo perché gli manca spazio, o perché soffocano in pozze che si prosciugano non più alimentate dai fiumi - o perché non possono raggiungere i fiumi, dove avviene la riproduzione. L'impatto sulla pesca, dicono gli amministratori locali, si farà sentire per almeno un paio d'anni.
Qualche giorno fa dunque il governatore dello stato di Amazonas ha dichiarato lo stato d'emergenza, prima in 16 municipalità e poi in 19. E l'altro ieri il dipartimento per la difesa civile del governo nazionale, a Brasilia, ha chiesto l'intervento dell'esercito per sostenere l'intervento di emergenza.
I meteorologi ora discutono quali siano le cause della siccità nel bacino amazzonico: l'aumento della temperatura superficiale del Pacifico, che cambia l'equilibrio delle piogge nelle fasce tropicali, oppure l'aumento della temperatura della superficie dell'Atlantico che ha provocato la serie di uragani nel golfo del Messico mandando flussi di aria discendente più a sud, sulle Amazzoni. Una causa certa è la deforestazione, che continua a progredire a ritmi impressionanti: nel solo 2004 è scomparsa un'area di foresta pari al Belgio. E quando scompare la copertura arborea il terreno resta più esposto ai raggi solari e diminuisce l'umidità dell'aria. La foresta rimane così più esposta agli incendi: nelle normali stagioni di secca, quando nelle zone coltivate si usa bruciare le sterpaglie (è vietato ma lo fanno in molti), le piogge sono comunque abbastanza da spegnere le fiamme che a volte sfuggono al conrollo di chi le ha accese. Quest'anno non è così, e la foresta prende fuoco come un cerino: nello stato di Acre, sul versante meridionale del rio delle Amazzoni, 100mila ettari di foresta sono bruciati solo negli ultimi due mesi. È il segno di una catastrofe di portata globale.