Alessandra Arachi: Alta velocità. Per il sindaco di Torino “il progetto va avanti”

04 Novembre 2005
Sergio Chiamparino, ha visto la protesta dei sindaci in Val di Susa contro la realizzazione dell’Alta Velocità? ‟Sbagliano i sindaci a fare così, anche se non c’erano soltanto loro a protestare”. Sbagliano i sindaci? E lo dice lei che pure è sindaco a Torino? ‟Lo dico perché proprio come sindaco di Torino insieme con la presidente della Regione e della Provincia ci siamo dati da fare per ascoltare le ragioni dei sindaci della valle. Avevamo trovato un accordo, mi sembrava...”. E invece? ‟Invece adesso non capisco cosa vogliono. Hanno bloccato la possibilità di fare i sondaggi, proprio quelli che servivano a capire se c’erano o no i rischi per la salute per via dell’amianto. Perché? Gli è sfuggita di mano la situazione? Oppure hanno paura di sapere la verità e cioè che quei sondaggi dicano che rischi non ce ne sono?”. Lei cosa crede? ‟Non lo so, vorrei capire. Penso che rispetto a questa storia devono scegliere dove stare. Decidere se vogliono entrare a far parte della cabina di regià di questa opera o, invece, mettersi di traverso a fare le barricate. Ma devono sapere che il fronte del no non li porta da nessuna parte”. Perché? ‟E’ semplice: non stiamo parlando di un’opera che riguarda Torino o il Piemonte. Questa è un’opera internazionale, con finanziamenti internazionali. Con aperture internazionali. Questa è un’opera che permette al Paese uno sbocco sull’Europa. E’ il quinto corridoio ferroviario d’Europa”. Che vorrebbe dire? ‟E’ una linea ferroviaria che dalla Penisola iberica attraverso Lione dovrebbe arrivare a Kiev, nel futuro”. E nel frattempo? ‟Permette alla pianura padana di collegarsi con la rete nord-occidentale dell’Europa. E’ questo il valore di quest’opera. E non credo che a fronte di questo qualcuno possa arrogarsi il diritto di veto”. E protestare vuol dire arrogarsi un diritto di veto? ‟Bloccando i lavori rischiamo di far slittare tutto e di andare fuori tempo massimo”. Fuori tempo massimo? Per che cosa? ‟Per i finanziamenti internazionali: ci sono stati dati dei tempi, delle scadenze ben precise. Siamo in zona Cesarini: se non rispettiamo quelle scadenze perdiamo i soldi. E questo dovrebbero capirlo non soltanto i sindaci, ma anche gli esponenti del governo della Regione che erano in Val di Susa: Rifondazione, Verdi, Comunisti Italiani. Spero soltanto che fossero lì per fare un’opera di mediazione. Altrimenti non si capisce che cosa ci stiano a fare dentro una maggioranza che ha accettato la realizzazione di quest’opera”. C’erano anche molte altre persone a protestare oggi? ‟C’erano no-global, disobbedienti, anarco-insurrezionalisti. C’erano gruppi che protestano per motivi ideologici. Chiedo scusa: ma sono motivi che a me risultano incomprensibili”.

Alessandra Arachi

Alessandra Arachi, nata a Roma nel 1964, giornalista al “Corriere della Sera”, con Feltrinelli ha pubblicato: Briciole. Storia di un’anoressia (1994), da cui è stato tratto l’omonimo film per tv con la …