Michele Serra: Inter, la squadra globalizzata
Ma ci ha pensato la Padania a levarci ogni dubbio, bollando di vergogna questa svendita dei colori meneghini allo straniero lavativo e invasore. D´un colpo, il cosmopolitismo dell´Inter ci è parsa una scelta preziosa, una di quelle sciccherie delle quali menare vanto di fronte al ringhio xenofobo, alla piccineria di contado. L´Inter di questo ultimo suo scorcio di storia, dopotutto, ha un suo imprevisto, goffo ma generoso destino progressista, non importa se casuale, con i cugini rossoneri posseduti dal capo della destra, con i Moratti (dopo i Crespi) a incarnare il mito della borghesia milanese ricca e spericolatamente aperta al sociale, i dibattiti alla Comuna Baires, Emergency, la first-lady ecologista che si candida alle primarie e ci andrà in bicicletta, e la tribuna vip affollata di un sacco di attori, giornalisti e intellettuali tutti di sinistra, tranne il Bonolis che però sta litigando con Mediaset per conquistarsi i galloni sul campo
E insomma, forse tocca chinare la testa di fronte a questo destino globalizzato, chissà che non diventi un Modello, l´Internazionale FC, di squadra delocalizzata, cittadini del mondo con la stessa maglia, uno Sporting Babele che gliela faccia vedere, ai reazionari, come si sta in campo
Piuttosto, meraviglia che la sola vera "vergogna" manifesta al Mezza, e per la quarta volta, non sia al centro del dibattito. La vergogna di uno stadio chiuso ai milanesi, svuotato come un´arancia spremuta, per colpa di una piccola cosca di mascalzoni che, a freddo, decisero lo scorso anno di tirare razzi in campo, far sospendere la partita con il Milan e attirare sull´Inter una sicura squalifica. Non risulta che questi guappi di curva, che hanno causato un danno di milioni di euro all´Inter, e un danno morale irrisarcibile al pubblico milanese, abbiano pagato se non in forma irrisoria. L´azione violenta, e fraudolenta, è passata agli archivi con un "amen" davvero troppo elegante da parte di Moratti: segno che la prepotenza, la mafiosità ricattatoria di molti pezzi di curva, viene di fatto premiata, e una città intera può essere gabbata e umiliata. Non gli undici stranieri, dunque, ma il gruppetto di italiani che hanno fatto chiudere San Siro sono lo scandalo del quale meriterebbe parlare.