Enrico Franceschini: Piano per rapire il figlio di Blair. L’ultimo blitz "papà divorziati"

19 Gennaio 2006
Era un rapimento arrivato soltanto alla «fase delle chiacchiere», senza piani concreti, sopralluoghi, calendario d´azione, quello che avrebbe dovuto far scomparire per alcune ore Leo Blair, il figlio di appena cinque anni del primo ministro britannico. Ma una conseguenza l´ha già avuta: quella di far scomparire, almeno per il momento, l´organizzazione dal cui ventre è stata partorita l´idea. Fathers for Justice (Padri per la Giustizia), il gruppo che si batte da alcuni anni per ottenere maggiori diritti per i padri nelle cause di divorzio e in particolare nella custodia dei figli, ha deciso ieri di sospendere ogni attività, e potrebbe anche «mettere fine» per sempre alla sua campagna a base di gesti clamorosi. «Non posso immaginare un trauma più grande di quello che è stato causato in questo modo alla famiglia Blair», ha dichiarato con imbarazzo Matt O´Connor, il padre divorziato che fondò l´organizzazione quattro anni fa e che continua a guidarla. «Le nostre sono sempre state azioni pacifiche, con un pizzico di humour e con l´obiettivo di riunificare padri e figli, non certo quello di separarli», ha aggiunto, alludendo all´ipotesi di rapimento concepita da alcuni dei suoi colleghi.
Travestiti da Batman, Superman o Uomo Ragno, nel recente passato i "Padri per la Giustizia" hanno richiamato l´attenzione delle cronache con raid eclatanti: bombardando Tony Blair dalla galleria della camera dei Comuni con palloncini pieni di farina viola; salendo sul balcone di Buckingham Palace con striscioni di protesta; oppure facendo la stessa cosa in cima al Big Ben. Ma nel maggio scorso il gruppo ha espulso una trentina di membri, perché considerati troppo estremisti, e appunto fra costoro sarebbe nato il progetto, poco prima del Natale scorso, di rapire per qualche ora il figlio minore del primo ministro allo scopo di sottolineare l´ingiustizia dei divorzi in cui al padre viene negato un sufficiente accesso ai figli. Rivelata ieri dal Sun di Londra, l´iniziativa ha suscitato soltanto dei no comment da Downing Street e Scotland Yard. Fonti della polizia hanno tuttavia confermato alla Bbc che il progetto era giunto soltanto «al livello delle chiacchiere»: un´idea o poco più, insomma. In ogni caso, le autorità non ritenevano che gli eventuali esecutori avrebbero avuto la capacità di portarlo a termine: il piccolo Blair, che ovviamente non esce da Downing Street da solo, gira sempre sotto scorta armata, come del resto tutti i membri della famiglia; e le capacità degli eventuali rapitori non parevano tali da rappresentare una reale minaccia. Ciononostante, le misure di sicurezza attorno a Blair e alla sua famiglia erano state rafforzate. Inoltre, secondo le indiscrezioni, agenti dell´antiterrorismo fecero «una visitina» ai presunti complottatori, avvertendoli che se avessero provato «qualcosa» dalle parti di Downing Street, la polizia non avrebbe esitato a «sparare a vista». Nessun arresto è stato però effettuato, il che lascia supporre che nemmeno l´antiterrorismo considerasse la faccenda molto seria.
«Il risultato di questa deprecabile iniziativa», commenta il fondatore O´Connor, «è che quattro anni di sforzi da parte nostra sono stati ridotti a nulla». Pur contando su poche centinaia di iscritti, il gruppo aveva un maggior numero di sostenitori e incontrava per lo più le simpatie della stampa, se non altro per l´originalità delle sue forme di protesta: simpatia che ora sembra assai più difficile mantenere.
A parte Leo, Tony e Cherie Blair hanno altri tre figli: Euan, 21 anni, Nicholas, 20, e Kathryn, 17. Il leader laburista e la first lady hanno chiesto più volte ai media nazionali di non pubblicare fotografie dei loro figli e di non pubblicizzare la loro vita.

Enrico Franceschini

Enrico Franceschini (Bologna, 1956), giornalista e scrittore, è da più di trent'anni corrispondente dall’estero per “la Repubblica”, per cui ha ricoperto le sedi di New York, Washington, Mosca, Gerusalemme e …