Enrico Franceschini: La guerra delle enciclopedie
28 Marzo 2006
Nella guerra tra vecchi e nuovi media, tra informazione cartacea e informazione digitale, si sta combattendo un’altra battaglia: quella per la migliore enciclopedia del pianeta. Su un lato è schierata l’Enciclopedia Britannica, fondata nel 1768 a Edimburgo, compilata minuziosamente dai più titolati esperti, accademici, scienziati, considerata universalmente la più completa, accurata ed esaustiva fonte del sapere umano. Sul lato opposto sono accampate le truppe di Wikipedia, l’enciclopedia on line inventata 5 anni fa in California, il cui notorio metodo di lavoro è: chiunque vuole contribuire, aggiungere, correggere qualcosa, lo faccia. E nel mezzo c’è un arbitro, l’autorevole rivista scientifica ‟Nature”, che in dicembre si è divertita a mettere a confronto una quarantina di voci delle due enciclopedie in materia scientifica e ha emesso un verdetto di sostanziale parità: ‟Entrambe commettono errori. Per ogni 4 sbagli che abbiamo trovato in Wikipedia, la Britannica ne ha 3, ma nella precisione dei termini è Wikipedia ad avere leggermente la meglio. Di fatto si equivalgono”.
Giornali, riviste, network tv di mezzo mondo, da allora, hanno citato l’articolo di Nature. Finché un giorno, uno degli stimati direttori dell’Enciclopedia Britannica, Leslie Gelb, si è sentito apostrofare dal nipote: ‟È inutile che ti dai tante arie, la tua Britannica non è meglio di Wikipedia”. E a quel punto è scoppiato il conflitto. Per tre mesi la direzione dell’Enciclopedia Britannica ha messo un gruppo di esperti al lavoro sull’articolo di ‟Nature”, verificando puntigliosamente ogni rimprovero mosso alla Britannica. Ieri è iniziato il cannoneggiamento: una pagina intera di pubblicità su ‟Times”, ‟New York Times” e ‟Chicago Tribune”, per rivendicare l’inesattezza del verdetto di parità riaffermando la supremazia della Britannica sul rivale digitale.
Un esempio. La Britannica afferma che la città italiana in cui il matematico Pitagora visse gran parte della sua vita si chiama Crotone. La rivista ‟Nature obietta”: il nome esatto è Crotona. Ribattono a loro volta gli esperti della Britannica: ‟Crotone è il corretto spelling moderno”. Pur riconoscendo qui e là qualche errore, la venerabile Enciclopedia li liquida come ‟di minore entità”, sostenendo che la reputazione d’infallibilità ‟è intatta”. Nella redazione di ‟Nature” non si danno per vinti: ‟Gli esperti della Britannica hanno preso in considerazione meno di metà degli errori da noi indicati, e sia la Britannica che Wikipedia hanno nel frattempo corretto alcune delle imprecisioni segnalate”, dice un comunicato della rivista. ‟Il verdetto, per noi, resta immutato”. Quanto a Wikipedia, che in virtù del pareggio contro un così titolato avversario andrebbe considerata la vincitrice morale, non si monta la testa: ‟Siamo compiaciuti dal risultato”, ironizza il fondatore Jimmy Wales, ‟ma non è vero che siamo alla pari della Britannica. Siamo fortunati che ‟Nature” abbia deciso di confrontarci nel campo della scienza, dove ce la caviamo, ma in storia e in politica siamo molto più deboli. Sebbene in altre aree siamo noi ad avere la meglio, come la storia di Star Trek”.
E allora, chi è il migliore? Dipende da quando si pone la domanda: ieri, oggi o domani. L’Enciclopedia Britannica, osserva il ‟Wall Street Journal”, che ha dedicato una pagina al confronto, ha smesso di vendere enciclopedie ‟porta a porta” nel 1996 e sta considerano l’ipotesi di mettere tutto il suo contenuto gratuitamente su Internet, come fa Wikipedia. Chiunque sia il vincitore, il campo di battaglia del futuro sarà la rete, non la carta.
Giornali, riviste, network tv di mezzo mondo, da allora, hanno citato l’articolo di Nature. Finché un giorno, uno degli stimati direttori dell’Enciclopedia Britannica, Leslie Gelb, si è sentito apostrofare dal nipote: ‟È inutile che ti dai tante arie, la tua Britannica non è meglio di Wikipedia”. E a quel punto è scoppiato il conflitto. Per tre mesi la direzione dell’Enciclopedia Britannica ha messo un gruppo di esperti al lavoro sull’articolo di ‟Nature”, verificando puntigliosamente ogni rimprovero mosso alla Britannica. Ieri è iniziato il cannoneggiamento: una pagina intera di pubblicità su ‟Times”, ‟New York Times” e ‟Chicago Tribune”, per rivendicare l’inesattezza del verdetto di parità riaffermando la supremazia della Britannica sul rivale digitale.
Un esempio. La Britannica afferma che la città italiana in cui il matematico Pitagora visse gran parte della sua vita si chiama Crotone. La rivista ‟Nature obietta”: il nome esatto è Crotona. Ribattono a loro volta gli esperti della Britannica: ‟Crotone è il corretto spelling moderno”. Pur riconoscendo qui e là qualche errore, la venerabile Enciclopedia li liquida come ‟di minore entità”, sostenendo che la reputazione d’infallibilità ‟è intatta”. Nella redazione di ‟Nature” non si danno per vinti: ‟Gli esperti della Britannica hanno preso in considerazione meno di metà degli errori da noi indicati, e sia la Britannica che Wikipedia hanno nel frattempo corretto alcune delle imprecisioni segnalate”, dice un comunicato della rivista. ‟Il verdetto, per noi, resta immutato”. Quanto a Wikipedia, che in virtù del pareggio contro un così titolato avversario andrebbe considerata la vincitrice morale, non si monta la testa: ‟Siamo compiaciuti dal risultato”, ironizza il fondatore Jimmy Wales, ‟ma non è vero che siamo alla pari della Britannica. Siamo fortunati che ‟Nature” abbia deciso di confrontarci nel campo della scienza, dove ce la caviamo, ma in storia e in politica siamo molto più deboli. Sebbene in altre aree siamo noi ad avere la meglio, come la storia di Star Trek”.
E allora, chi è il migliore? Dipende da quando si pone la domanda: ieri, oggi o domani. L’Enciclopedia Britannica, osserva il ‟Wall Street Journal”, che ha dedicato una pagina al confronto, ha smesso di vendere enciclopedie ‟porta a porta” nel 1996 e sta considerano l’ipotesi di mettere tutto il suo contenuto gratuitamente su Internet, come fa Wikipedia. Chiunque sia il vincitore, il campo di battaglia del futuro sarà la rete, non la carta.
Enrico Franceschini
Enrico Franceschini (Bologna, 1956), giornalista e scrittore, è da più di trent'anni corrispondente dall’estero per “la Repubblica”, per cui ha ricoperto le sedi di New York, Washington, Mosca, Gerusalemme e …