Enrico Franceschini: Londra. La carica delle Mary Poppins

20 Aprile 2006
‟Basta un poco di zucchero, e la pillola va giù”: ma va giù meglio, a quanto pare, se a somministrarla ai nostri bambini è una seguace di Mary Poppins. La più famosa nanny britannica continua a rimanere d’attualità, non solo perché una versione teatrale del film degli anni Sessanta con Julie Andrews continua a fare il tutto esaurito in un teatro del West End londinese. è la sua professione che, anziché diventare obsoleta, attraversa un boom: in questi giorni il numero delle baby-sitter diplomate che lavorano nel Regno Unito ha toccato quota 111.484, superando per la prima volta le centomila unità, e il numero totale è molto più grande se si contano anche le innumerevoli nannies che offrono i propri servigi privatamente, senza passare per agenzie di collocamento o scuole specializzate. Il motivo del successo di un mestiere che, come il maggiordomo, sembrava appartenere all’Inghilterra vittoriana, è duplice: da un lato le famiglie della classe media in cui lavorano sia il padre che la madre preferiscono affidare i figli a una baby-sitter piuttosto che al nido o all’asilo, specie nei primi anni di vita; dall’altro i salari per le nannies sono cresciuti al punto che oggi lo stipendio medio annuale, completo di contributi, raggiunge le 31mila sterline, circa 43mila euro, dunque è più alto della paga di insegnanti e infermiere. "Una volta era una scelta per mature zitelle d’aspetto severo", commenta il Daily Telegraph, "ora fare la nanny è una carriera ben retribuita per molte giovani donne". Naturalmente c’è baby-sitter e baby-sitter: la mitica nanny inglese, educatrice perfetta, esce da raffinate università come il Norlands Nanny College, dove un corso di due anni costa intorno ai 30mila euro e il cui diploma garantisce un posto ben qualificato, talvolta perfino tra le culle della famiglia reale a Buckingham Palace. Ma il fenomeno che sospinge il boom delle nannies è plebeo: si chiama nanny-sharing, consiste nella condivisione dei servizi di una singola baby-sitter tra due o più famiglie, in genere vicini di casa. La nanny bada a tutti i loro figli contemporaneamente, e loro si suddividono le spese. Ci sono, beninteso, gli incerti del mestiere, come riferiscono puntualmente le cronache dei tabloid. Solo per citare i casi più recenti: l’attore Jude Law ha tradito la fidanzata Sienna Miller con la baby-sitter che badava il figlio di lei (poi ha chiesto scusa a Sienna, che lo ha perdonato, e licenziato la baby); la nanny di David e Victoria Beckham ha raccontato alla stampa popolare, in cambio di un bel po’di soldi, tutti i segreti di casa del calciatore più amato d’Inghilterra, che le ha fatto causa per farla tacere; quella di Tony e Cherie Blair ha minacciato di fare altrettanto, e tutto è finito con un accordo extra-giudiziario. Intanto, al cinema, il mito di Mary Poppins viene rinverdito da "Nanny McPhee", a cui presta il volto la bella Emma Thompson, trasformata dal truccatore in una specie di strega mostruosa, fino all’ultima scena: in cui, col suo sorriso radioso, riuscirebbe a far trangugiare una pillola a chiunque. Anche senza ‟un poco di zucchero”.

Enrico Franceschini

Enrico Franceschini (Bologna, 1956), giornalista e scrittore, è da più di trent'anni corrispondente dall’estero per “la Repubblica”, per cui ha ricoperto le sedi di New York, Washington, Mosca, Gerusalemme e …