Marina Forti: Legname e traffico d'armi con la Liberia, una condanna

14 Giugno 2006
Un tribunale olandese ha condannato il signor Guus van Kouwenhoven a 8 anni di prigione per aver illegalmente venduto armi all'ex presidente della Liberia, Charles Taylor, in violazione di un embargo dichiarato dalle Nazioni unite. La sentenza, annunciata la settimana scorsa, potrebbe segnare un precedente: Kouwenhoven è un noto commerciante di legname, e oggetto del processo celebrato all'Aja è proprio il rapporto tra una risorsa naturale preziosa come il legno tropicale, le armi, e il potere.
L'accusa aveva chiesto la condanna del commerciante olandese anche per crimini di guerra, per le violenze commesse dalle milizie private finanziate e addestrate dalle sue compagnie forestali in Liberia: ma su questo il tribunale ha concesso a Kouwenhoven una ‟insufficenza di prove”. Durante il processo l'accusa ha descritto il commerciante come un personaggio del ‟circolo ristretto” dell'ex presidente liberiano (oggi a sua volta imputato per crimini di guerra). Tra i testimoni il tribunale olandese ha sentito anche l'organizzazione indipendente Global Witness, che ha documentato fin dal 2000 il ruolo di Kouwenhoven nel conflitto liberiano.
La relazione tra Charles Taylor e il trafficante olandese in effetti risale a quando l'ex presidente era ancora il leader di un movimento armato ribelle in lotta contro il governo centrale di Monrovia: i due erano amici e già allora Taylor aveva dato all'olandese una ‟concessione” forestale (per la sua società Timco) nei territori sotto suo controllo. Kouwenhoven tagliava ed esportava legname, e in cambio garantiva all'amico forniture d'armi. Quando nel '97 il ribelle ha vinto, ed è stato eletto presidente della Liberia, il saccheggio è diventato sistematico: Taylor ha messo il fratello Demetrius a dirigere la Forest Development Authority, poi ha distribuito generose concessioni forestali a alleati e vassalli. Il vecchio amico Kouwenhoven, ribattezzata la sua compagnia Oriental Timber Company (Otc), ha avuto il diritto di sfruttare 1,24 milioni di ettari nelle province di Grand Bassa, Grand Gedeh, Sinoe e Rivercess: pari a oltre un terzo delle foreste commercialmente utili del paese. Per aggirare problemi di legalità e obiezioni del parlamento, nel 2000 Taylor ha aggirato il problema facendo approvare una legge che attribuiva al solo presidente della repubblica il controllo sulle concessioni forestali e minerarie. L'industria forestale è così diventata una fonte di reddito privata del presidente Taylor: nel 2000 ad esempio la Liberia ha esportato legname tropicale pregiato per 100 milioni di dollari, di cui solo 7 milioni sono andati nelle casse delo stato, aveva documentato Global Witness. Oltre ad arricchire la sua fortuna personale, questa fonte di reddito extra-budgetaria ha permesso all'allora presidente di foraggiare milizie private e di continuare ad acquistare armamenti, in violazione agli embarghi sulla vendita di armi alla Liberia dichiarati dal Consiglio di sicurezza dell'Onu dal 2001, quando è scoppiata una ribellione interna. Il meccanismo è stato ricostruito da diversi rapporti al Consiglio di Sicurezza e da Global Witness già nel settembre del 2001. Le stesse navi che salpavano dai porti liberiani di Buchanan e Harper cariche di legname vi attraccavano cariche d'armi; i due porti erano gestiti rispettivamente dalla compagnia Otc di Kouwenhoven e da un'altra società di proprietà di vecchi soci di Taylor. Oppure arrivavano in aereo, usando le piste d'atterraggio nelle zone di operazioni forestali della Otc. In un rapporto del settembre 2002 l'organizzazione londinese descriveva i campi d'addestramento della Otc dove miliziani ‟privati” e ufficiali dell'esercito regolare addestravano una nuova forza speciale: la differenza tra truppe regolari e milizie era diventata assai labile.
Solo nel 2003 i rapporti di esperti delle Nazioni unite (e di Global Witness) hanno portato il Consiglio di sicurezza a dichiarare l'embargo sul legname liberiano, riconoscendo che era la principale fonte di finanziamento del sanguinoso conflitto interno che intanto era precipitato: era il 7 luglio, e a metà agosto Charles Taylor ha lasciato Monrovia in esilio. Ed è allora che il ministero della giustizia olandese ha avviato un'inchiesta sulle attività di Kouwenhoven. Intanto Greenpeace ha documentato che parecchie aziende europee (svizzere, tedesche, danesi, olandesi e l'italiana Tecnoalp) hanno tranquillamente comprato legname dalla Otc del trafficante olandese. Il fatto è che manca una legislazione internazionale che vieti l'importazione di materie prime estratte da paesi in conflitto. Così il caso Liberia si ripete: dalla Birmania alla Repubblica democratica del Congo, legname e altre risorse naturali continuano a finanziare dittature o guerre civili.

Marina Forti

Marina Forti è inviata del quotidiano "il manifesto". Ha viaggiato a lungo in Asia meridionale e nel Sud-est asiatico. Dal 1994 cura la rubrica "TerraTerra" che riporta storie quotidiane in …