Michele Serra: L'amaca di giovedì 15 giugno 2006

15 Giugno 2006
Se fossimo un Paese normale, la notizia che il presidente degli industriali calabresi intende fuggire dalla sua terra perché la giudica in mano alla mafia sarebbe su tutte le prime pagine, e aprirebbe i telegiornali. Un paese normale riterrebbe insopportabile che un quarto del suo territorio nazionale sia co-governato dalla malavita, con tanto di riscossione dei tributi ed economia parallela. Un Paese normale avrebbe già proclamato eroi nazionali e martiri della libertà gli imprenditori ammazzati per essersi rifiutati di pagare il pizzo, e i loro nomi ci sarebbero familiari come quelli dei calciatori e dei cantanti.
Ma non siamo un Paese normale. Diamo per assodato, per scontato, per ovvio il dominio indisturbato dei clan mafiosi, il parassitismo ripugnante di migliaia di persone che vivono a scrocco taglieggiando gli onesti che lavorano, la schifosa cultura familista e omertosa che impesta il nostro povero Meridione e lo rende servo dei padrini criminali, e vassallo dei politici collusi. Bisognerebbe proprio che su qualche municipio sventolasse la bandiera mafiosa perché gli italiani si accorgessero che il Sud la sua secessione l’ha già fatta.

Tutti i santi giorni di Michele Serra

Scrivere tutti i giorni, per anni, usando il materiale che la cronaca, la politica, il costume ci rovesciano addosso a ritmo forsennato. Scrivere cercando di rifare un poco di ordine, di ridare un minimo di significato alle notizie, agli umori pubblici e privati, alle proprie reazioni. Scrivere com…